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Il Maxxi L'Aquila aprirà le porte il 30 ottobre

Maxxi L’Aquila, Melandri: “ormai ci siamo”

Pubblicato il 24 Aprile, 2021

Maxxi L’Aquila attende di poter aprire. Stefania Pezzopane, deputata Dem, ha dichiarato: “La cultura, i saperi, l’università, la scuola sono fondamentali sempre per la crescita di una nazione, di una comunità. Diventano indispensabili per uscire dalla crisi in cui la pandemia ci ha rinchiusi. Per questo ho organizzato una conversazione che si è tenuta ieri pomeriggio sul web, dal titolo ‘L’Italia dei saperi sfida la crisi: fatti e politiche per uno sviluppo urbano basato sulla cultura’. Ho introdotto la conversazione alla quale ha partecipato anche la Presidente del Maxxi Giovanna Melandri. Presenze importanti e significative hanno dato la loro disponibilità e le ringrazio con riconoscenza. La prima sfida è stata mettere insieme le persone, divise dal distanziamento, alla ricerca di una nuova socialità che non potrà fare a meno della cultura, della ricerca, dell’istruzione. Si va alla ricerca di un nuovo umanesimo”. Giovanna Melandri ha dichiarato: “E’ un’occasione per condividere con tutti voi qualche riflessione. Il Maxxi, sede distaccata dell’Aquila, è pronto e chiuso da molti mesi. Facciamo questa conversazione in un momento in cui finalmente si stanno aprendo, con l’ultimo Decreto, una serie di prospettive. Incominciamo a immaginare questa lenta, graduale, attenta, prudenziale riapertura degli spazi della cultura. Non ho ancora la data, che avrei voluto condividere con voi: siamo in attesa che il ministro Franceschini si esprima in merito. E’ stato lui a volere, ad avere l’intuizione di affidare Palazzo Ardinghelli, dopo il meraviglioso e mirabile restauro, alla Fondazione Maxxi. Credo di poter dire, comunque, che ormai ci siamo. Intanto condividiamo questa prospettiva: il museo è allestito, gli artisti con i quali abbiamo lavorato per il primo allestimento hanno concluso le loro produzioni. Maxxi a L’Aquila aprirà con alcuni dei gioielli importanti della collezione del Museo nazionale di arte ed architettura contemporanea. Stiamo naturalmente immaginando e costruendo con tutto il team curatoriale un programma, un progetto e ci piacerebbe moltissimo dare una curvatura alla nostra programmazione a L’Aquila proprio intorno al rapporto tra arte e scienza. In questi mesi, anche se eravamo chiusi non eravamo spenti: abbiamo partecipato alla Notte europea dei ricercatori a Sharper. Per noi il Maxxi L’Aquila è un laboratorio, come lo è anche il Maxxi Roma: un’officina di pensiero, di progettazione, su questo crinale così importante che deve caratterizzare il nostro Paese. Abbiamo una cornice istituzionale molto importante da ricordare: non soltanto la struttura del Pnrr, ma tutto quello che si determina attorno a esso e si sviluppa, parlando di grandi assi di innovazione. Si deve promuovere una collaborazione inter-istituzionale sul territorio dell’Aquila. E’ l’idea lanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in merito a questa nuova Bauhaus europea. Significa sostanzialmente che usciamo da questa crisi profondissima data dalla pandemia: che non sarà una parentesi. Dobbiamo uscire non tanto con una realtà aumentata, ma con una consapevolezza aumentata su necessità di progettare innovazione sociale, culturale, economica e produttiva, all’incontro tra arte, architettura, intelligenza artificiale. Questo è il campo di esplorazione del Maxxi: sia a Roma – dove abbiamo l’ambizione di lavorare molto in tale ambito e ci siamo candidati ad essere tra i soggetti europei di questa rete di luoghi, questo laboratorio del futuro, nella cornice della Bauhaus europea – sia a L’Aquila, che sarà per noi un avamposto strategico di questa ricerca. Il Maxxi nazionale è anche un ente di formazione. Abbiamo costruito negli anni, prima in presenza, poi on line in questa contingenza, un’offerta di alta formazione. A maggio, tra poche settimane lanceremo il primo corso di alta formazione al Maxxi a L’Aquila. Si chiamerà ‘Progettare l’effimero’, è pensato per giovani, professionisti, architetti, sociologi che lavorano sulla trasformazione del territorio e della comunità. Il corso sarà on line, ma da Palazzo Ardinghelli. A fine giugno ci sarà l’altro corso, ‘Città come cultura’, e speriamo di poter fare questo in presenza. Sono alcuni dei primi collegamenti e progetti di collaborazione. Ho sempre pensato, dal giorno in cui il ministro Franceschini ci ha chiesto di cimentarci in questo impegno, che questo impegno dovesse essere progettato come contributo dentro un ecosistema della conoscenza, dei saperi, così forte e così consolidato come quello aquilano. Piano piano, con lentezza e gradualità, ma con una totale convinzione e tenacia vogliamo essere dentro questa rete e capire come – attraverso il bagliore, l’intuizione, il lavoro talvolta anche profetico degli architetti e degli artisti con i quali lavoriamo – sia possibile portare a sistema l’innovazione. Il mondo dell’arte ci chiede creatività e libertà di costruzione del pensiero“. (47 righi)

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