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Centro Giovani: ci saranno lavoratori che perderanno il posto di lavoro?

Centro Giovani: ci saranno lavoratori che perderanno il posto di lavoro? Una nuova gara per la gestione complessiva era la via da perseguire.

Pubblicato il 26 Aprile, 2021

Una nuova gara per la gestione complessiva era la via da perseguire. 

Sul Centro Giovani si ragiona con uno statalismo di vecchia memoria. Si avoca la gestione del centro alla Società Partecipata del Comune SGS con l’assunzione di due persone e contemporaneamente si decide di terziarizzare il servizio di gestione, non si capisce in quale forma; però i conti tornano, si risparmia. Prima di tutto chiediamo se è stata è inserita la clausola sociale?
Tradotto: il personale che ora lavora al Centro Giovani sarà tutelato dal comune oppure una parte di questi lavoratori rimarranno senza lavoro? A questa domanda occorre una risposta precisa, altrimenti bisogna dire che quest’operazione voluta dal comune creerà nuovi disoccupati. Poi non emerge nessun cenno sulle politiche in favore delle giovani generazioni, niente aggiornamenti sulle normative, totale assenza sui temi legati alle buone prassi attraverso il quotidiano lavoro con i giovani e le associazioni giovanili nelle comunità locali.
Le politiche giovanili dovrebbero basarsi sulle strategie coordinate a favore dei giovani, in grado di interessare i diversi livelli istituzionali, coinvolgendo con competenza tutti gli attori che a vario titolo si occupano di giovani; il Terzo Settore, ad esempio, sostiene con competenza le istituzioni pubbliche nell’attuazione delle politiche sociali e agisce come mediatore a livello locale.
Questo il motivo per cui la polemica sul Centro Giovani è stata volutamente indirizzata sui numeri e i conti economici, senza dire niente nel merito del problema e cioè “quale progetto”. Se si pensava veramente a un rinnovamento della gestione, si doveva aprire una discussione sulla gestione precedente e trovare le forme per migliorarla con un solo strumento: un nuovo bando per cercare soggetti della società, associazioni, imprese sociali che attuassero le nuove direttive e i nuovi obiettivi dell’amministrazione comunale e quindi una gara aperta per selezionare la migliore proposta. Non questo pasticcio che sta emergendo. Riccardo Gelichi Portavoce Amare Piombino

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