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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al termine dellincontro tra Governo e Parti Sociali su ArcelorMittal. Roma, 7 novembre 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

Zona gialla per la Puglia? Verdetto atteso per domani

Pubblicato il 29 Aprile, 2021

In molti ci sperano, le voci di corridoio lo confermano, alcune sono più che semplici indiscrezioni. La zona gialla per la Puglia potrebbe diventare realtà nella giornata di domani quando, come ogni venerdì da qualche mese a questa parte, l’Istituto Superiore di Sanità e la Cabina di Regia del Ministero della Salute si ritroveranno e riuniranno per ridiscutere la mappa delle colorazioni nelle varie Regioni italiane. Una mappa che, da lunedì 26 aprile, vede quasi tutta l’Italia sottoposta al regime della zona gialla, quello per intenderci delle restrizioni minime, con la sola Sardegna in zona rossa e altre cinque Regioni, tra cui la Puglia in zona arancione. La speranza è che da lunedì 3 maggio anche la nostra Regione possa ritornare a respirare un po’ di libertà in più con la polemica sul coprifuoco che continua a tenere banco tra le poltrone parlamentari.

Puglia in zona gialla? La situazione

Già venerdì scorso, in realtà, la Puglia aveva sperato e sfiorato di tornare in zona gialla e di fare il doppio salto dalla zona rossa, durata oltre un mese e mezzo, al regime con restrizioni minime. Poi, però, vinse la linea più prudente e si decise di optare per la zona arancione, quella intermedia. Ora, forse, i tempi sono maturi per arrivare finalmente ad una zona gialla che rappresenterebbe il ritorno al lavoro per molti imprenditori e commercianti. Fino a domani, però, le condizioni possono cambiare e non si possono escludere sorprese. In questo momento, intanto, la situazione contagi e decessi è migliorata leggermente anche se l’indice di positività è tornato sopra il 10%, ma l’elemento che potrebbe risultare decisivo è l’incidenza delle ospedalizzazioni e dei ricoveri che è meno drammatica rispetto a qualche settimana fa. Poi c’è il fronte vaccini. La campagna di vaccinazione procede spedita con il 95% delle dosi somministrate in relazione a quelle ricevute, ma una battuta d’arresto si è avuta con lo slittamento della fascia 60-69 anni di due settimane, per via del ritardo sull’arrivo delle scorte di vaccini previste.

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