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Aiutiamo Vincenzo Claudio Furnari: la sua vita è in pericolo. Non lasciamo soli gli imprenditori!

Voleva farla finita Vincenzo Claudio Furnari, proprio il giorno del 1 maggio, giusto su una delle sue autoscale che ha sempre utilizzato per lavoro.

Pubblicato il 4 Maggio, 2021

Voleva farla finita Vincenzo Claudio Furnari, proprio il giorno del 1 maggio, giusto su una delle sue autoscale che ha sempre utilizzato per lavoro. Vincenzo Claudio Furnari è un imprenditore che monta luminarie per le ricorrenze, quelle luci che piacciono tanto ai bambini e che mettono allegria in tutte le strade, durante le feste.

La sua azienda si trova a Randazzo, la sua vita è stata sempre lavoro duro, nel capannone, per la manutenzione degli impianti, delle luminarie, in quel laboratorio ci ha passato giorni interi, sereni, assieme a suo fratello che ha anche impiegato nella ditta.

I suoi guai sono iniziati quando la Banca Popolare di Lodi di Bronte (poi BPM) gli ha tolto, all’improvviso, un piccolo fido che Furnari utilizzava per gestire l’azienda. Vincenzo Claudio non sa cosa fare: “Mi hanno consegnato nelle mani degli usurai” dice nell’intervista di ieri rilasciata in esclusiva al nostro giornale (ascoltala) e da “allora non mi sono più ripreso”. Poi la mazzata del Covid, le chiusure, i divieti delle Feste di Piazza che hanno impedito di lavorare e pagare i debiti alla banca.

Proprio ieri il suo capannone è stato messo all’asta e Furnari, non ha resistito a tanto dolore. “Chiedo solo di poter lavorare per onorare i miei debiti. Ho ricevuto due volte 600 euro dallo Stato. Nessuno mi ha dato una mano, mi dispiace dirlo, ma solo i mafiosi erano pronti ad accogliermi a braccia aperte. Anche se era l’ultima spiaggia, ho detto di no. E quindi, ho deciso di farla finita“.

Signor Furnari, cosa dice? Vedrà che ce la faremo. Io metto a disposizione il mio giornale dayitalianews.com non è possibile che il Presidente della Regione Nello Musumeci non ci credo che qualcuno speculi su una tragedia e comprerà il suo capannone all’asta. Vedrà che la Banca Popolare di Lodi le accorderà del tempo. Questa è una tragedia per decine di imprenditori che stanno nelle sue condizioni. Le istituzioni devono intervenire.

“Non ce la faccio più, non ho più energie. Non posso vedere mia moglie piangere ogni giorno. Sono distrutto. Altri dovranno pensare al male che hanno fatto e dovranno avere la responsabilità morale di ciò che mi accadrà”

La prego, desista dai suoi propositi. Mi dia tempo. Le chiedo un mese per portare la sua voce a chi può fare qualcosa. Vedrà che le sue luminarie torneranno bellissime in tutte le piazze.

“Le chiedo solo una cortesia. Voglio ringraziare pubblicamente un ispettore della Polizia. Mi dispiace molto di non ricordare il suo nome. Quanta bontà nel suo cuore: è stato lui a convincermi di scendere. Altrimenti io…”

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