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Recuperati beni d’arte di provenienza illecita per un un milione e 500mila euro

Pubblicato il 7 Maggio, 2021

Recuperati beni d’arte di provenienza illecita per un un milione e 500mila euro. L’analisi dei dati statistici riguardante i fenomeni criminali, in danno del patrimonio culturale, ha confermato nel 2020 la costante diminuzione di tali reati in Toscana registrata negli ultimi anni.

Lo scorso anno, a fronte di 37 eventi commessi nel 2019, ne sono stati registrati 29 (-21,6%), in linea con il dato nazionale che evidenzia il trend decrescente del numero dei furti di beni culturali (345 nel 2019 e 287 nel 2020).

Le pattuglie a piedi e automontate dei militari dello speciale reparto dell’Arma, tra marzo e aprile hanno contattato giornalmente i Parroci per raccogliere informazioni su eventuali esigenze e criticità inerenti la sicurezza anticrimine dei luoghi di culto, secondo le indicazioni contenute nelle “Linee guida per la Tutela dei beni culturali ecclesiastici” disponibili sul sito www.carabineri.it, edite dal Ministero della Cultura, dalla Conferenza Episcopale Italiana e dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

Le attività di contrasto dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze agli illeciti, che con i luoghi della cultura chiusi e le attività altalenanti nei mercati hanno anche visto il commercio adattarsi ai nuovi orientamenti di vendita, spostandosi su modalità a distanza, hanno consentito il recupero di beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici di pregevole fattura ed il cui valore viene quantificato in circa un milione e 500mila euro.

I luoghi maggiormente colpiti dal fenomeno si confermano gli edifici religiosi (16 nel 2020), ricchi di beni ed oggetti artistici, spesso facilmente commerciabili, dislocati soventemente in zone periferiche o rurali. Nel 2020, condizionato dal periodo emergenziale, sono stati rafforzati i servizi di controllo del territorio con attività preventive finalizzate a garantire la prevenzione dei reati in danno dei musei, dei principali monumenti nazionali e delle chiese.

Inoltre, sono state sequestrate opere d’arte contemporanea contraffatte che, qualora immesse sul mercato come autentiche, avrebbero potuto fruttare indebiti guadagni, stimati in 370mila euro.

Nell’anno 2020 sono state:

– denunciate all’Autorità Giudiziaria 30 persone, di cui 5 per reati in danno del paesaggio;

– effettuate 6 verifiche sulla sicurezza di Musei, Biblioteche e Archivi;

controllati:

  • 1316 beni nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti;
  • 99 esercizi antiquariali e commerciali;
  • 22 mercati e fiere del settore;

recuperati:

  • 381 beni antiquariali, archivistici e librari;
  • 91 reperti archeologici;

– sequestrate 8 opere contemporanee contraffatte.

Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, operando sul territorio della Toscana in sinergia con le altre componenti dell’Arma dei Carabinieri ed in particolare con il 4° Nucleo Elicotteri di Pisa, nonché con il supporto tecnico delle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio competenti per territorio, ha assolto alle funzioni di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale anche attraverso il monitoraggio dei siti archeologici terrestri e marini, nonché delle aree di 2 interesse paesaggistico e dei sette siti UNESCO della regione.

Nel corso delle attività sono stati controllati:

  • 33 siti tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali;
  • 16 aree archeologiche.

A gennaio, a seguito dell’evento sismico che colpiva l’area compresa tra i comuni di Scarperia e San Piero e Barberino di Mugello il 9 dicembre 2019, il Nucleo completava la messa di sicurezza di 149 opere prelevate dalla chiesa di San Lorenzo e trasferite presso la Pieve di San Pietro del Comune di Scarperia e San Piero (FI), mentre altri 7 beni d’arte, prelevati dall’oratorio SS. Sebastiano e Rocco di Barberino di Mugello (FI) venivano trasferiti in Firenze presso un deposito temporaneo individuato dall’Arcidiocesi di Firenze.

Dall’area del sisma venivano complessivamente messi in sicurezza 259 beni d’arte: 37 opere pittoriche, 12 sculture, 164 beni ecclesiastici e 51 documenti archivistici.

Nell’ambito degli incontri didattici rivolti agli studenti delle scuole pubbliche, promossi dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri per la formazione della cultura e della legalità, il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze ha tenuto nel 2020 una conferenza on line agli studenti delle classi quinte dell’Istituto di Istruzione Superiore Alberti – Dante di Firenze nel corso della quale venivano illustrate le attività svolte dal Comando T.P.C. in Italia e all’estero.

Beni sequestrati in Italia e all’estero

Tra le molteplici attività condotte venivano recuperati:

a Pistoia, dieci volumi databili dalla seconda metà del XVI secolo ai primi decenni del Seicento;

Il prezioso materiale bibliografico, tra cui si menziona il Digestum Vetus, che è una parte del Corpus Iuris Civilis giustinianeo, in un’edizione a stampa del 1598 e l’Opera Omnia di Basilio Magno, uscita da una tipografia veneziana nel 1548, insieme ad altri volumi di interesse religioso e culturale, era stato sottratto dal fondo antico della Biblioteca storica del Seminario Vescovile di Massa Marittima (GR).

I beni venivano rinvenuti nel corso di un’ispezione svolta alcuni anni or sono presso la Biblioteca Leoniana di Pistoia, il cui responsabile aveva segnalato la presenza di alcuni volumi di non pertinenza di quell’Ente, collocati da ignoti all’interno delle scaffalature metalliche in sostituzione di altri volumi, rubati.

La particolarità delle opere e la presenza di abrasioni sulle stesse convincevano i militari del Reparto specializzato dell’Arma ad approfondire le attività investigative culminate con l’individuazione dell’Ente ecclesiastico proprietario, il riconoscimento dei beni librari, la formalizzazione della denuncia del furto commesso in data imprecisata e la restituzione all’Ente dei beni, eseguita il 9 gennaio 2020;

in Canada, una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia;

L’opera veniva trafugata la notte del 9 agosto del 1971 dalla chiesa di San Giovanni Battista di Scansano (GR). Nel 2013 i militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze accertarono che la terracotta, dopo essere stata venduta nel 2011 presso una nota casa d’aste di Londra, era confluita nelle collezioni di un canadese che l’aveva acquistata in buona fede.

Rimpatriata dai Carabinieri del Nucleo di Firenze l’8 aprile 2019, in attesa del perfezionamento delle misure di sicurezza necessarie per la ricollocazione del bene nella sua sede originaria, la scultura veniva esposta dal 3 maggio al 14 luglio 2019 al Palazzo del Quirinale in occasione della mostra, inaugurata dal Presidente Repubblica, intitolata “L’arte di salvare l’arte. Frammenti di storia d’Italia” realizzata in occasione del 50° anniversario dell’istituzione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. La terracotta veniva restituita alla comunità di Scansano (GR) il 5 settembre 2020;

a Viareggio (LU), 134 bozzetti di Silvano Campeggi;

È stato grazie ad un’operazione di inventario promossa dalla vedova dell’artista fiorentino sulla importante collezione di bozzetti e opere pittoriche del cartellonista toscano che è stato possibile accertare l’ammanco di circa 144 bozzetti riferiti ai più importanti manifesti del cinema internazionale realizzati dal Nano tra il 1945 ed il 1972, opere che erano state in parte esposte al Palazzo Blu di Pisa e a Palazzo Vecchio di Firenze nel 2017 in occasione di due mostre dedicate all’artista.

La denuncia del furto, presentata dalla donna il 21 luglio del 2020 ai Carabinieri del Nucleo fiorentino, ha permesso l’avvio delle indagini che si sono concluse in soli 10 giorni anche grazie ad importanti informazioni assunte da chi aveva materialmente curato la catalogazione dei beni e che aveva segnalato la presenza di undici bozzetti mancanti in vendita presso un noto sito on line. 4

a Milano, un dipinto del XVI secolo raffigurante “Madonna col Bambino e Santi”, asportato dal Museo Casa Siviero di Firenze negli anni ’90;

Le indagini sono state sviluppate a seguito di un controllo di routine sui beni in vendita da parte di una casa d’asta milanese, che aveva posto all’incanto il dipinto indicando, tra le provenienze dell’opera, la collezione Siviero, indicazione che insospettiva gli operatori che, conoscendo la storia del Museo Casa Siviero, contattavano il curatore della citata collezione facente capo alla Regione Toscana che riconosceva l’opera come appartenente al Museo.

Veniva, inoltre, appurato che nel 1996, a seguito di un’inventariazione dei beni da parte della Regione Toscana fu presentata una denuncia di ammanco di opere, tra le quali il dipinto in questione ed altre di minor valore.

a Vercelli, un’opera moderna dell’artista “maledetto” Franco Angeli;

L’opera, rubata il 14 novembre 2001 da una nota Galleria d’Arte di Castelfiorentino (FI), attraverso il monitoraggio su siti web di attività del settore, veniva sequestrata presso una casa d’aste dell’Italia nord-occidentale e restituita al titolare della Galleria toscana a conclusione delle attività investigative. 5

a Firenze, una scultura in terracotta attribuita a Agnolo di Polo, inizi del XVI secolo;

A seguito della verifica richiesta dall’ultimo possessore dell’opera, un 64enne professionista fiorentino risultato acquirente in buona fede, veniva recuperata una scultura in terracotta raffigurante “Madonna col Bambino”, inizi XVI sec., attribuita al Maestro Agnolo di Polo, scultore toscano di scuolaverrocchiesca, opera pubblicata a pagina 109 del bollettino delle ricerche n. 26 edito dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

La scultura di Agnolo di Polo venne asportata il 23 maggio 2004 da una cappella privata di Arezzo. I proprietari denunciarono l’episodio ad una locale caserma della Guardia di Finanza che inviò la documentazione relativa al furto e la fotografia del bene asportato al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Le indagini consentivano di appurare che negli anni a seguire l’opera veniva commercializzata più volte in buona fede tra appassionati d’arte residenti in Toscana e nel Lazio.

a Salerno, due dipinti attribuiti a Pier Dandini (Firenze, 1646-1712);

Presso un’abitazione di Salerno venivano recuperati due dipinti olio su tela del XVII secolo a forma ottagonale raffiguranti “Giale e Sisara” e “Giuditta e Oloferne”, attribuiti a Pier Dandini asportati nel 1984 da un’abitazione privata di Lucca individuate corso di controlli su siti web specializzati; 6

a Lugano (Svizzera), un dipinto rubato a Prato;

In ordine di tempo, l’ultima attività appena conclusasi, coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Prato, ha portato all’individuazione a Lugano (Svizzera) di un importantissimo di dipinto di Giacomo BALLA, esponente di spicco del Futurismo italiano, raffigurante Automobile in corsanonché all’applicazione di due misure cautelari personali.

Dalla sinergia operativa tra i Reparti territoriali dell’Arma di Prato con il Reparto specializzato fiorentino scaturiva una complessa indagine sviluppata con l’utilizzo di sofisticate attrezzature tecniche-informatiche, grazie alle quali venivano ricostruiti i contatti tra le persone coinvolte ed i luoghi dagli stessi frequentati, giungendo all’individuazione presso un self-storage di Lugano di un dipinto olio su cartoncino datato 1918, firmato Futurballa (Giacomo Balla), raffigurante “Automobile in corsa”, del valore di 500.000 euro

Risultato asportato da un trust costituito a Prato da un noto facoltoso imprenditore tessile del luogo, unitamente ad altri diciassette dipinti di artisti contemporanei tra i quali Carlo Carrà, Felice Casorati, Gino Severini, Mario Schifano e Mario Sironi, tuttora oggetto di ricerca.

L’esecuzione di una rogatoria internazionale emessa dalla locale A.G., eseguita in cooperazione con la Polizia Giudiziaria Cantonale di Lugano, consentiva di sequestrare l’opera ed assicurarla presso un caveau di una locale banca, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Al termine delle attività investigative, tre persone venivano denunciate perché ritenute responsabili a vario titolo di esportazione illecita, riciclaggio e false informazioni al Pubblico Ministero. A due dei tre soggetti indagati veniva applicata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

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