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Caltagirone, ogni martedì pomeriggio aperto il Punto di ascolto multietnico

Per l’inclusione sociale e l’integrazione culturale degli immigrati

Pubblicato il 11 Maggio, 2021

Per l’inclusione sociale e l’integrazione culturale degli immigrati

E’ aperto previo appuntamento ogni martedì dalle 15,30 alle 17,30, nei locali dell’assessorato comunale al Welfare, al secondo piano dell’ex Educandato San Luigi (per contatti: 093341416, 093325535 – mediatoripal@comune.caltagirone.ct.it; segreteria@caritascaltagirone.it), il Punto di ascolto multietnico (Pam), il servizio gratuito promosso dai professionisti dell’equipe multidisciplinare Pal (Piano di attuazione locale) del Comune di Caltagirone in collaborazione con la Caritas diocesana, che svolge funzioni di sostegno psicologico e consulenza linguistico – culturale per favorire l’inclusione sociale dei cittadini stranieri che vivono nella città della ceramica.

Il Pam è frutto del protocollo d’intesa siglato lo scorso 14 aprile dal Comune di Caltagirone e dalla Caritas diocesana “per la realizzazione di interventi finalizzati all’inclusione sociale e all’integrazione culturale delle famiglie straniere nel tessuto sociale calatino, al fine di implementare il benessere individuale e collettivo dell’utenza straniera di adulti e minori”.

Sia il sindaco Gino Ioppolo, che l’assessore al Welfare e vicesindaco Sabrina Mancuso, che il direttore della Caritas Antonino Carfì hanno sottolineato, in quella circostanza, gli effetti positivi che si potranno determinare grazie all’intesa in questione, che si muove nel solco di una collaborazione consolidata.

Attraverso il “patto” di collaborazione Comune – Caritas si intende, in sinergia con altri servizi che operano nel Distretto: “Sviluppare consapevolezza del livello di integrazione degli stranieri; promuovere e potenziare la presa in carico multi-professionale dell’utenza che affluisce alla Caritas; orientare ai servizi del territorio; offrire sostegno psicologico e linguistico alle famiglie immigrate e alle persone vittime di violenza o sfruttamento lavorativo; porre in essere un sistema integrato di coordinamento tra le parti coinvolte”. Obiettivi prioritari sono: la creazione di un servizio di sostegno e di assistenza per favorire l’inclusione di soggetti a forte rischio di esclusione sociale attraverso l’attuazione di un protocollo di intervento sul disagio, che si incentri su un punto di ascolto di etno-psicologia (spazio di sostegno e consulenza linguistica); la mappatura delle criticità degli immigrati e dei servizi sociali e sanitari; l’analisi delle risorse del territorio; il monitoraggio dell’utenza straniera che converge presso la Caritas; l’orientamento degli stranieri verso le strutture sia pubbliche che di volontariato; l’attivazione di uno spazio di tutela per persone vittime di violenza e sfruttamento lavorativo e di uno spazio di sostegno alla genitorialità multiculturale e la raccolta dei dati relativi  alle aree di disagio psicologico del migrante, alla sua percezione dei servizi pubblici, alla sua conoscenza della malattia e della salute; alle dinamiche familiari e al livello di conoscenza delle lingua italiana.

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