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CARABINIERI TREVISO: INDIVIDUATI I RESPONSABILI DI UNA RAPINA CON SEQUESTRO DI PERSONA AI DANNI DI UN AUTOTRASPORTATORE

Pubblicato il 11 Maggio, 2021

11.5.2021 – Sono stati individuati dai Carabinieri della Compagnia di Montebelluna (TV) i presunti autori della rapina con sequestro di persona commessa ai danni di un autotrasportatore il 2 agosto del 2019 a Ponte Nelle Alpi (Belluno).
Si tratta di 7 soggetti di nazionalità rumena abitanti nelle province di Treviso, Brescia e Vicenza cui è stato notificato, nelle scorse ore, l’avviso di conclusione indagini della Procura della Repubblica di Belluno che ha coordinato l’attività dei militari dell’Arma montebellunese.


In particolare, per tre stranieri che la sera del 1° agosto 2019, a Volpago del Montello, avevano asportato l’Alfa Romeo Giulietta utilizzata il giorno successivo per compiere la rapina è scattata l’accusa di furto aggravato in concorso: si tratta di M.F.C., classe 1985, abitante in provincia di Treviso, B.F., classe 1980, senza fissa dimora e gravato da pregiudizi e M.S.F., classe 1990, abitante nel bresciano e gravato da pregiudizi.


Ma i tre stranieri citati, in concorso con altri quattro connazionali (S.V., classe 1977, abitante nel trevigiano, M.G. classe 1977 abitante in provincia di Brescia, gravato da pregiudizi, C.L.C., classe 1992 e L.G., classe 1988, abitanti nel vicentino), dovranno rispondere anche del reato di rapina, sequestro di persona e lesioni personali ai danni di un autotrasportatore 50enne di Bassano del Grappa, dipendente di una ditta di trasporti di Rosà, cui veniva sottratto il furgone contenente più di 1.000 occhiali “griffati” prodotti da una ditta di Longarone, per un valore complessivo di circa 91.000 euro.


I fatti risalgono alla serata del 2 agosto 2019 quando, alle ore 18.00 circa, la Centrale Operativa della Compagnia CC di Montebelluna, veniva allertata dal titolare di un pub di Pederobba, essendosi presentato presso l’esercizio un uomo chiedendo aiuto. Lo stesso risultava completamente bagnato, con i polsi legati dietro la schiena con delle fascette da elettricista e una benda che copriva parzialmente gli occhi. Il malcapitato nell’immediatezza aveva riferito al gestore di essere un corriere-autotrasportatore e che, mentre stava effettuando una consegna a Ponte Nelle Alpi, due soggetti col volto travisato da una maschera, lo avevano bloccato con la forza trascinandolo nella loro macchina e sottraendogli il furgone con il relativo carico.

La vittima aveva riferito inoltre di essere stato abbandonato dai sequestratori in una zona boschiva isolata, riuscendo solo successivamente a liberarsi dalla corda con la quale era stato legato ad un albero.
Le indagini avviate nell’immediatezza hanno permesso di documentare l’utilizzo da parte dei rapinatori di tre autovetture, una Peugeot 206 e una Fiat 500 Abarth risultate già nella disponibilità degli indagati ed un’Alfa Romeo Giulietta cui è stato posto un lampeggiante di colore blu sul tettuccio (per simularne chiaramente l’utilizzo da parte di operatori di polizia), trafugata il giorno precedente a Volpago del Montello.

Le successive risultanze investigative hanno permesso di ricostruire le varie fasi della rapina. Il furgone, infatti, condotto dall’autotrasportatore, era stato pedinato durante tutto il suo tragitto, sin dalla partenza dalla ditta di Rosà, nel corso del quale l’uomo effettuava consegne e ritirava ulteriore merce, per arrivare a Longarone, dove il malcapitato prelevava un’ingente quantitativo (più di 1000 pezzi) di occhiali di pregio presso una ditta del posto.

Preso il carico, l’autista del furgone ha effettuato una sosta in un parcheggio ubicato in Ponte Nelle Alpi dove i malfattori, approfittando della situazione e simulando un controllo da parte delle Forze dell’Ordine, hanno bloccato il veicolo con il carico. La vittima veniva fatta scendere dal mezzo, quindi bendata, immobilizzata e condotta a bordo dell’Alfa Romeo in una zona boschiva isolata nei pressi di Pederobba (TV). Giunti in loco i rapinatori legavano l’autista ad alcuni arbusti e lo abbandonavano dopo avergli sottratto il telefono cellulare, allontanandosi con il furgone e la refurtiva. Dopo diverso tempo il sequestrato, con difficoltà, riusciva a liberarsi dalle costrizioni incamminandosi verso un bar il cui titolare, dopo aver soccorso il malcapitato, dava l’allarme al “112”. Le indagini, supportate da attività tecniche, hanno permesso di raccogliere chiari ed incontrovertibili elementi di reità a carico di tutti gli autori materiali del fatto, evidenziando il ruolo di C.L.C., e L.G. quali “basisti”, trattandosi di dipendenti “infedeli” della ditta di trasporti vicentina e quindi a conoscenza della “preziosa” spedizione.
Nel corso delle indagini parte della refurtiva è stata recuperata e restituita agli aventi diritto.

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