« Torna indietro

Progetto-pilota a Ragusa e Comiso: in due classi tutti gli alunni imparano la Lis

Pubblicato il 12 Maggio, 2021

È stato avviato in due scuole, una a Ragusa e una a Comiso, un progetto sperimentale di alfabetizzazione per la Pratica della Lingua dei segni e degli elementi base della comunicazione visiva. 

Il progetto ha avuto inizio il 19 aprile a Comiso in una seconda classe della scuola primaria dell’I.C. “De Amicis” e il 20 aprile a Ragusa in una terza della scuola primaria dell’I.C. “Schininà”, per 3 ore settimanali Si concluderà il 31 maggio a Comiso e il 3 giugno a Ragusa. 

Nato grazie alla felice sinergia dell’Ufficio IX dell’U.S.R. Sicilia, Ambito Territoriale di Ragusa, della Scuola Polo provinciale per l’inclusione D.D. Paolo Vetri e dell’Ente Nazionale Sordi (ENS), è stato condiviso e fortemente sostenuto dal Direttore Generale dell’U.S.R. Sicilia, Stefano Suraniti, e si è avvalso dei contributi delle Dirigenti tecniche dell’U.S.R. Patrizia Fasulo e Tiziana Catenazzo, competenti per la Disabilità e l’Inclusione scolastica.

Il progetto nasce da un preciso bisogno formativo di più di cento alunni della provincia di Ragusa con difficoltà uditiva e dalla constatazione che un alunno che usa il linguaggio dei segni potrebbe perfino destabilizzare il gruppo-classe proprio perché utilizza il canale di comunicazione visivo estraneo ai compagni, abituati ad usare quello vocale-acustico, mentre è possibile che si generi una barriera bidirezionale con possibili ricadute gravi sul piano comunicativo-relazionale. Da qui il progetto di adottare la lingua dei segni, come concreta risposta inclusiva, all’intero gruppo- classe, smontando il pregiudizio che la ritiene un ostacolo all’apprendimento di quella vocale.

Invece dunque di inserire i sordi in percorsi centrati su un canale acustico-vocale, con il rischio, in termini di risultato a lungo termine, del semilinguismo, cioè dell’assenza di una competenza linguistica reale e spendibile, si è progettato, in stretta collaborazione con l’ENS di Ragusa, il corso di alfabetizzazione, la cui ipotesi di lavoro è anche una scommessa del team di progettazione. Il progetto è applicato in via sperimentale ed è fondato sul modello di educazione inclusiva dell’Universal Design for Learning (UDL), che fornisce la cornice e la prassi metodologica nell’ambito di una progettazione didattica “plurale”, ricca di strategie; tra le quali la flessibilità degli interventi, in grado di garantire adattabilità dei contenuti e accessibilità alle informazioni e di rispondere ai bisogni personali di ciascun alunno.

Tali aspetti sono oggetto di una formazione specifica, rivolta agli insegnanti delle classi impegnate nel progetto e curata da Giovanni Savia, docente a contratto presso l’Università degli studi di Catania e formatore del Centro Studi Erickson di Trento. L’intervento in classe, che si sviluppa per 40 ore ed è rivolto ai docenti e agli alunni di due classi campione della scuola primaria, è condotto da personale esperto (un educatore sordo e un interprete) messo a disposizione dalla sede di Ragusa dell’Ente Nazionale Sordi.

La scelta degli alunni della primaria si basa sul messaggio inclusivo insito nell’utilizzo di uno strumento di comunicazione comune, che avvicina i bambini fra di loro e migliora il rapporto tra pari. Senza contare che l’apprendimento della LIS si configura per tutti come l’acquisizione di una competenza comunicativa ed espressiva che arricchisce la formazione dei piccoli alunni, con riferimento all’asse culturale dei linguaggi. 

La declinazione del progetto nella concreta organizzazione di tempi, spazi, risorse è affidato ad un team costituito dalla Dirigente Beatrice Lauretta della Scuola Polo per l’Inclusione, dalle Dirigenti delle due scuole “campione”, Lucia Palummeri e Carmela Paolino, e dalla Pedagogista Docente referente per la disabilità presso l’Ufficio IX di Ragusa, Angela Rapicavoli.

Sin da subito i bambini hanno ben accolto la lingua dei segni, non c’è stato alcun atteggiamento di rifiuto, nemmeno riguardo il mantenimento dell’assordante silenzio tipico della cultura sorda, poiché il piccolo target di riferimento è privo di pregiudizi, barriere comunicative, psicologiche e sociali. E con loro anche gli adulti hanno compiuto un cammino innovativo, sperimentando e vivendo delle dinamiche relazionali diverse e intense. I bambini hanno scoperto il processo di ascolto attivo e il rispetto del silenzio; e hanno anche affinato la motricità fine, indispensabile per riprodurre efficacemente i segni. 

Durante la lezione, oltre al silenzio della lingua, hanno condiviso i silenzi dell’arte sorda per eccellenza: quella del mimo; tecnica utilizzata non soltanto nei momenti di svago per ridere insieme in classe, ma proficua per contestualizzare l’argomento da trattare durante la lezione.

L’obiettivo degli educatori è il raggiungimento del livello A1 della lingua che fornisce agli studenti gli strumenti linguistici adeguati per poter parlare di sé, dei propri bisogni, della propria routine, della propria famiglia. 

Positivo il clima di forte coinvolgimento e di motivazione da parte dei docenti e delle famiglie, in particolare dei genitori di una bambina di nazionalità straniera e di prima immigrazione, che solo ora, grazie a questo percorso, comincia a conoscere la lingua italiana. 

«L’auspicio dell’U.S.R. – fa sapere la dirigente dell’Ufficio IX- Ambito territoriale Ragusa, Viviana Assenza – è quello di una progressiva diffusione dell’iniziativa sul territorio regionale, già a partire dal prossimo anno scolastico 2021/2022». 

About Post Author