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Pubblicato il 18 Maggio, 2021

Abbiamo partecipato all’iniziativa dei sindacati riguardante la vertenza ex Lucchini, ascoltando con attenzione gli interlocutori. Pensavamo ci fossero più persone, più giovani. Che cosa pensano e sperino i sindacati, lo sappiamo, come capiamo il loro compito sindacale. Le istituzioni presenti, locale e regionale fanno parte di un contesto diverso, quello che dovrebbe agire, o almeno tentare. Abbiamo invece sentito le parole di sempre, esiste un disegno complessivo nell’immaginario di queste istituzioni dove dentro ci sta tutto, bonifiche, smantellamenti un nuovo piano industriale a saldo positivo in termini di occupazione, riutilizzo delle aree dismesse.Come stanno lavorando per ottenere tutto ciò non l’hanno detto.

Un esempio: l’unica opera di smantellamento di un capannone è stata eseguita da una ditta esterna con tre operai. Tanti discorsi conditi dalla solita melassa un po’ complottistica riguardo alle aziende del nord e un po’ di reminiscenza del passato, dove si presentavano imprenditori come salvatori della patria, salvo poi dire che dovevano essere cacciati. Dal Comune nessuna novità, tutto e il contrario di tutto, però detto con una certa enfasi. E’ lapalissiano, come non abbiamo un piano siderurgico, non abbiamo un piano del territorio, se non una rappresentazione immaginifica priva di qualsiasi fondamento oggettivo.

A questo punto sarà solo uno scaricabarile se le cose andranno male, salvo prendersi i meriti se ci sarà qualche risultato, la politica di sempre. Sarebbe stato molto meglio avviare un progetto serio locale e confrontarlo con il governo poiché a Roma non conoscono così bene il territorio, anche perché siamo al punto di non ritorno. Riccardo Gelichi portavoce di Amare Piombino

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