Pubblicato il 23 Maggio, 2021
Il fallimento di Rimateria è il peggiore epilogo che potessimo attendere, anche se prevedibile e le dichiarazioni deresponsabilizzanti del sindaco sono inaccettabili e contraddittorie, inesistenti quelle dell’assessore competente Carla Bezzini. Il sindaco prima dice che“L’eventuale fallimento della società è una circostanza che spaventa, ma in cui le istituzioni non hanno potere d’azione …” e fa bene aessere spaventato, perché ora che non abbiamo più il gestore, ilproblema ambientale è più grande di prima. Chi ottempererà alle prescrizioni ?
Dopo l’annuncio del fallimento sempre il sindaco dichiara che:”Rimateria era, di fatto, già fallita da qualche tempo”- questo ci fa pensare che in questi due anni di governo Ferrari, l’amministrazione non si sia preoccupata del fatto che una società partecipata dallo stesso Comune di Piombino attraverso Asiu, versasse in uno stato economico pessimo e che dovesse avviare un processo di risanamento economico e contestualmente ambientale. Il sindaco prosegue e dichiara: ”L’unico modo per evitare questo epilogo sarebbe stato continuare nel percorso tracciato dalle precedenti amministrazioni, concedendo il raddoppio dei volumi, incuranti delle conseguenze sulla salute e sulla tutela del territorio”. Si poteva invece elaborare un nuovo piano industriale, con meno della metà dei metri cubi previsti dal piano originario, un accordo con l’azienda che avrebbe consentitodi ripianare il debito e mettere in sicurezza tutte le discariche curando proprio la salute dei cittadini. Difficile ora tirarsi fuori da questa vicenda, quando è il Comune che ha indirizzato l’ambito in oggetto verso una destinazione a parco pubblico urbano, ancora meno si possono ignorare gli eventuali riflessi contabili sul Comune di Piombino per un eventuale contestuale fallimento di “ASIU”,partecipata dello stesso Comune. In due anni di amministrazione non si è visto un passo avanti sulle questioni ambientali e ora otteniamo la definitiva certificazione che anche il tema discariche resterà appeso per molto altro tempo. Non ci dimentichiamo inoltre che pende una causa milionaria sul Comune, con possibili riflessi su chi ha avallato queste scelte e sui cittadini. Semplicistico e mortificante l’auspicio a posteriori di risolvere la situazione occupazionale, quando era chiaro che sarebbe arrivata. Dichiarazioni minimaliste quelle dell’ Assessore regionale Monia Monni, qualcuno avrebbe dovuto raccontargli la storia di Rimateria, da dove veniva quel buco di bilancio e le enormi responsabilità politiche del partito cui appartiene.
Quando di fronte alla crisi della siderurgia il Pd rispondeva con un modello di sviluppo imperniato sui rifiuti, per Ferrari fu semplice impostarci una campagna contro, ma dopo servivano le soluzioni e non sono arrivate. Impianti di trattamento rifiuti in situ restanocuriosamente presenti nel Piano Strutturale adottato, anche se questocontrasta col parco pubblico della variante F6 approvata in Consiglio comunale, regna quindi molta confusione su quest’argomento. Il futuro andrebbe pensato con lungimiranza, le stesse bonifiche del SIN potevano essere un volano per ripensare gli spazi disponibili delle vecchie discariche siderurgiche e utilizzarli per il recupero, il riciclo e lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti speciali e speciali pericolosi del nostro territorio. Questo si poteva fare richiedendo la convocazione del comitato esecutivo dell’Accordo di Programma perché rivedessel’utilizzo dei soldi delle famose bonifiche da utilizzare anche per rimuovere tutti i cumoli, portando Rimateria, come impianto di prossimità, a svolgere tale ruolo.
Coordinamento Amare Piombino