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La Polizia di Stato all’Istituto Terra di Lavoro per la giornata dei bambini scomparsi

Pubblicato il 25 Maggio, 2021

Il 25 maggio ricorre la Giornata internazionale dei bambini scomparsi, un’occasione per tenere sempre alta l’attenzione su un fenomeno preoccupante.

La Polizia di Stato da sempre attenta a tutelare le fasce più deboli e in particolar modo i minori, dal 2000 ha aderito al network internazionale (che ora conta 30 Paesi) dell’Icmec (International Centre for Missing & Exploited Children) attivando il sito italiano per i bambini scomparsi – it.globalmissingkids.org.

Sul sito web, gestito dalla Direzione centrale anticrimine, oltre a consigli e informazioni, vengono pubblicati anche i casi di minori scomparsi.

Ed oggi fortemente voluta dalla preside Emilia Nocerino, si è svolta presso il campo polivalente del Liceo Terra di Lavoro, nel pieno rispetto delle norme anticovid, una manifestazione in collaborazione con la Questura di Caserta alla presenza del Commissario Alberico Mirra coadiuvato dalle ispettrici Elisabetta Pascarella e Rosaria Petriccione.  

bambini scomparsi

All’importante appuntamento hanno presenziato gli allievi della quarta L del liceo musicale accompagnati dai docenti Marco Lugni e Chiara Coppola che hanno  seguito con particolare interesse l’intervento del Commissario Mirra che ha messo in risalto la valenza di questa giornata internazionale.

Il Commissario ha sottolineato come “la scomparsa di minori rappresenta sempre una situazione che deve essere gestita senza ritardo e senza tralasciare nessuna possibilità di ricerca ed al riguardo esistono delle linee guida emanate Governo per le persone scomparse e i piani provinciali di ricerca adottati dai prefetti”.

Cyberbullismo

Gli allievi hanno ascoltato l’ispettrice superiore Elisabetta Pascarella, che  nel suo intervento ha evidenziato come il cyberbullismo sia quella forma di violenza messa in atto tramite le nuove tecnologie: su chat di WhatsApp, sui social (inbox e commenti), sulla mail, sui forum online, con le telefonate. Ogni pretesto è buono per colpire la vittima: immagini rubate, video imbarazzanti, minacce, insulti e furti di identità.

Il cyberbullo

Le violenze, a differenza del bullismo che vede come scenario la scuola, possono accadere a qualsiasi ora, in qualsiasi giorno.

Lui, il cyberbullo, a volte non ha idea esatta di quanto male può fare alla vittima. Questo perché  è dietro uno schermo, lontano, senza avere un contatto diretto. Per la vittima, d’altro canto, è difficile reagire: un po’ per la paura che i genitori possano reagire male un po’ per timore che il bullo possa vendicarsi.

Come uscirne?

Il primo passo è non sentirsi in colpa, pensandoci poi bene prima di rispondere agli attacchi quando avvengono via social: di solito serve ad acuire il problema, esponendosi oltretutto davanti ad una platea di persone potenzialmente infinita.

“Piuttosto – ha concluso la dott.ssa Pascarella –  è importante bloccare e segnalare chi cerca di darti fastidio, e soprattutto, parlane con chi può darti una mano. Genitori, professori, forze di polizia: dagli adulti può arrivare un aiuto decisivo”. 

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