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Unica salvezza per la Magona la vendita

Pubblicato il 25 Maggio, 2021

Si è tenuto questa mattina l’atteso incontro con la direzione aziendale di liberty Magona e le organizzazioni sindacali provinciali di Fim Fiom Uilm.

Presenti all’incontro oltre le tre segreterie provinciali, e dei Coordinatoti, l’amministratore delegato Giovanni Carpino e il dottor Lino Iallorenzi.
Dall’incontro sono emerse ulteriori preoccupazioni in aggiunta a quelle già espresse dalle RSU e dalle OS nei giorni scorsi.


Alla già difficile situazione economica del gruppo Liberty, a cui lo stabilimento aveva fatto fronte con dinamismo grazie anche alla disponibilità della clientela, si aggiunge ora il blocco delle forniture del semiprodotto -Coils- da parte di Arcelor Mittal che obbligherà in tempi stretti l’utilizzo di ammortizzatori sociali.
Forniture bloccate pretestuosamente a causa di un credito insoluto dello stabilimento di LIEGI, facente parte del gruppo.
Blocco delle forniture che di fatto paralizza un impianto -quello di Magona- che nel mese di aprile aveva registrato importanti utili, confermati a maggio e con un portafogli clienti completamente saturo.
Quindi se ieri la priorità era non fermare le produzioni per mantenere la clientela, il mercato, la ragione stessa dell’esistenza dello stabilimento con di tutti i posti di lavoro…

Oggi la priorità è salvare lo stabilimento dalla chiusura, per garantire il lavoro agli oltre 740 dipendenti Tra diretti indotto e interinali e dalla rapina del mercato e dei clienti da parte dei concorrenti.
Per questa ragione è importantissimo che il Minístro dia immediato riscontro alla richiesta fatta dalle segreterie nazionali metalmeccaniche Fim Fiom Uilm.


Come organizzazioni sindacali riteniamo che il tema del “distretto dell’acciaio” su Piombino è quanto mai all’ordine del giorno.
Che il tema di tornare a colare acciaio per la produzione di laminati piani -Coils a caldo- da affiancare ai lunghi, sia quanto mai attuale e stringente.
Ciò non di meno il destino dello stabilimento è legato ai tempi, Magona non potrà sopravvivere ai tempi di quelle realizzazioni.


Lo stabilimento Magona si salva solo con un passaggio di mano proprietario e con un soggetto che abbia la forza finanziaria capace di garantire forniture del semi prodotto che non facciano disperdere il patrimonio di clienti di qualità del prodotto e di professionalità che quello stabilimento ha faticosamente costruito negli anni.
Come organizzazioni sindacali oltre ad avere un doveroso confronto tra giovedì e venerdì con tutti i lavoratori avvieremo anche iniziative che interessino le istituzioni, da quella Comunale, Regionale, Prefetto, senza escludere eventuali comunicazioni alla Commissione europea sull’atteggiamento di Arcelor Mittal che a noi appare illegittimo.

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