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D’Aversa e la lunga lettera d’addio al Parma: “Dolorosa separazione”

Aveva portato in A i gialloblù, era tornato per tentare di salvarli. Invano. Il D’Aversa 2.0 non è servito a evitare un’amara retrocessione e un nuovo addio del tecnico abruzzese. Che ha scelto una lettera sul sito del Parma per salutare la città, la squadra e i tifosi “Ciascuno di noi ha un proprio teatro dei sogni”, scrive D’Aversa, “Il mio è stato per anni lo stadio Tardini. Di questo Teatro conosco tutto: i fili d’erba, le zolle, le prospettive, gli odori. La panchina del Parma, soprattutto. Se parlo del mio stadio, vedo solo gialloblù. Se chiudo gli occhi e ascolto i cori dei Boys mi vengono i brividi. Immagino il sorriso felice dei bambini dopo un nostro gol, il triplice fischio, le interviste. E l’attesa di uscire dopo la partita per incontrare i tifosi, stringere le mani, guardarli negli occhi e parlare con il cuore di una vittoria o di una sconfitta. È il mio Teatro dei Sogni, lo stadio Tardini. Ho avuto la fortuna di viverlo in questo modo per tanti anni e di immaginarlo così durante i lunghi mesi di questa assurda pandemia che ci ha privato di tante cose, lasciandoci tanto dolore.

Sulla panchina del mio Teatro dei Sogni sono sempre stato a mio agio, sono sempre stato me stesso. In piedi, agitato, attento, partecipe. Ho amato allenare il Parma al Tardini e in giro per l’Italia! Il gialloblù mi ha regalato la parte più bella, interessante e intima della mia carriera; mi ha riempito l’anima di emozioni e mi ha insegnato a essere cittadino di un luogo straordinario come Parma, città popolata da donne e uomini eccezionali che ha un posto nella storia delle Eccellenze del nostro Paese. A Parma, al Club e a tutti i tifosi crociati dedico questa lettera di saluto, un arrivederci a presto che mi coglie commosso e inerme dinanzi a questa dolorosa separazione.

Amerò per sempre questi colori, amerò tornare nella mia Parma. Amerò seguire le sorti di questo Club che è composto da persone magnifiche e competenti e che grazie al presidente Krause e alla sua straordinaria famiglia tornerà presto in Serie A. Amerò immaginare Collecchio animato da decine di ragazze e ragazzi che tornano finalmente ad allenarsi e a giocare a calcio in libertà, assistiti da allenatori, dirigenti e staff capaci di sostenerli anche negli impegni fuori dal campo, a cominciare dalla scuola.

Lascio sul finire il ringraziamento ai miei calciatori, da chi ha giocato di meno a chi è stato sempre presente. Tutti, tutti, tutti hanno contribuito a rendere la mia esperienza a Parma significativa e profonda, a tratti esaltante. Ho avuto il piacere e l’onore di allenarli e di condividere con loro indimenticabili momenti di sport fatti di alti e bassi, di elogio e critica, di vittoria e sconfitta. Non è stato mai troppo.

Per ultimo, un saluto cortese a istituzioni e autorità cittadine, che sono state con me esempio di ospitalità e collaborazione. Ai giornalisti con cui, nel rispetto dei ruoli, ho avuto il piacere della reciproca conoscenza e del confronto. Ai parmigiani che per le strade, fuori dal Teatro dei Sogni, mi hanno dedicato una parola, un consiglio, una critica, un incoraggiamento o un semplice, genuino saluto. Che ricambio con un grido d’amore, forza Parma!“, ha chiuso l’ex tecnico gialloblù.

Stefano Ravaglia

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