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Catania, sfratti in un condominio di Via Gallo, ma gli inquilini non ci stanno: “Abitiamo queste case da 28 anni”

A Catania può anche accadere che, dopo poco più di un anno di emergenza sanitaria, che ha lasciato centinaia di centinaia di famiglie in situazioni economiche precarie senza alcun aiuto statale, possa arrivare la richiesta di lasciare la propria abitazione ad alcune famiglie che ci abitano da quasi 30 anni.

Pubblicato il 31 Maggio, 2021

A Catania può anche accadere che, dopo poco più di un anno di emergenza sanitaria, che ha lasciato centinaia di centinaia di famiglie in situazioni economiche precarie senza alcun aiuto statale, possa arrivare la richiesta di lasciare la propria abitazione ad alcune famiglie che ci abitano da quasi 30 anni.

Settimane fa leggiamo di una sentenza che, in questo periodo così delicato e difficile, appare in tutta la sua drammaticità. Infatti, è arrivata agli inquilini di un palazzo di via Gallo (vicino alla facoltà di giurisprudenza) un atto di precetto per il rilascio dell’immobile. 

“Nell’atto si legge che gli inquilini sono intimati a lasciare il loro appartamento entro 10 giorni.” dichiara una delle abitanti del palazzo, che, come un fulmine a ciel sereno, si è ritrovata a fare i conti con la possibilità di lasciare l’unica abitazione che ha e abita. 

La richiesta porta la firma del Dott. Gaetano Sirna, del direttore generale dell’A.O.U. Policlinico “G.Rodolico – San Marco”, che sottoscrive l’atto al fine di procedere all’esecuzione coattiva di rilascio dell’immobile, che vorrebbe interi nuclei familiari fuori da un palazzo ormai abitato dagli stessi da oltre 28 anni. 

Il palazzo, come se non bastasse, ha una storia di abbandono alle spalle, che “solo grazie allo sforzo dei nuclei famigliari che vivono lì da anni è stato rimesso in sesto e reso vivibile” infatti dichiara Pina (inquilina storica) “Noi famiglie abbiamo contribuito a riappropriarci di un immobile in stato di totale abbandono, riqualificandolo e restituendolo ad uno scopo sociale volto al contrasto per l’emergenza abitativa.  Inutile negare che in questa città esiste un contesto debole e impoverito, l’unica risposta da parte delle istituzioni non può e non deve essere quella di abbandonarci a noi stessi.”

A Catania, infatti, le famiglie in grave disagio abitativo sfiorano le 10.000, (dato del Comune di Catania) il numero delle richieste di esecuzione di sfratti nel 2019 è stato di 2319 (dato dal sito della Regione sicilia), le famiglie richiedenti bonus famiglia sono 1500 e contributo affitto (anno 2018) sono state 2050, questi sono solo alcuni dei dati facilmente rintracciabili che delineano una situazione di profondo disagio abitativo nella nostra città. 

Un dialogo è stato aperto, ma appare critica la richiesta dell’Azienda degli importi arretrati. 

Lara del Comitato Reddito Casa Lavoro dichiara “Vogliono gli arretrati di 25 anni, a fronte di una situazione oggettiva in cui da anni gli abitanti chiedono di rimanere nelle case in maniera legittima e regolarizzata senza avere alcuna risposta, in cui hanno speso dei soldi per rendere sicuro un palazzo dichiarato inagibile, alcuni anche indebitandosi.”

Pina dichiara “Quello degli arretrati è un pretesto per mandarci via? Siamo disponibili anche a comprare ad un prezzo concordato. Quello che è sicuro e che siamo pronti a tutto pur di non andarcene via.”  e aggiunge Lara Torrisi: “Ci auguriamo he si mantenga il dialogo con l’Azienda e pensiamo anche noi vada a attivato urgentemente un tavolo di discussione cittadino con le istituzioni interessate nell’augurio che possa servire a trovare la migliore soluzione per chi ci abita da anni, in linea con gli obiettivi primari di contrasto alla povertà, all’emergenza abitativa in questa città.”

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