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Mirano, lunedì 21 e martedì 22 giugno “L’Avaro” di Goldoni al Teatro Belvedere

Pubblicato il 16 Giugno, 2021

16.6.2021 – Lunedì 21 e martedì 22 giugno 2021 alle ore 20.45 presso il teatro Belvedere di Mirano verrà rappresentato lo spettacolo teatrale “L’Avaro” di Carlo Goldoni, con adattamento e regia di Gabriele Ferrarese.
L’omaggio a Goldoni è organizzato dal Comune di Mirano e dall’Associazione culturale “Il Portico – Teatro Club APS” in occasione delle celebrazioni del 1600° anniversario della fondazione della Città di Venezia.
Il biglietto d’ingresso è di euro 7,00, con prenotazione obbligatoria tramite e-mail all’indirizzo cultura.turismo.sport@comune.mirano.ve.it o telefono (in orario di ufficio) al numero +39 041431028. Organizzazione cell. +39 3356330079.


I biglietti prenotati potranno essere ritirati il giorno dello spettacolo dalle ore 19.45 alle ore 20.40, presso il botteghino del teatro.
Gli spettacoli si svolgeranno nel rispetto di quanto previsto dalle norme anti Covid 19, pertanto il teatro avrà un numero ridotto di posti disponibili.
Lo spettacolo è stato allestito durante il periodo di lockdown utilizzando, per le prove, alcune piattaforme multimediali.


La commedia l’AVARO di Carlo Goldoni è stata rappresentata in Bologna nell’anno 1756. Un testo ideato e allestito in un tempo quasi sospeso vissuto in trincea, ombattendo contro un nemico invisibile. Un testo forse un po’ polveroso su cui è bastato soffiare per ridargli freschezza e nuova vitalità. Una graziosa e piacevole commedia con evidenti sfumature melanconiche.
Un vecchio avaro più afflitto dalla propria situazione economica (in verità florida) che dalla ancor recente morte del figlio. Suo cruccio maggiore la nuora. Lo terrorizza per le folli spese. Se ne vorrebbe disfare maritandola ma è anche ossessionato dall’idea di dover restituire la dote, Alla fine si aggiusta tutto nel migliore dei modi.
Nella vicenda vi si può leggere una componente seria che però sfiora quasi il tragico con ombre di paure e ossessioni (denaro, solitudine, morte) assolutamente moderne. Nella solitudine del protagonista incatenato al suo denaro l’unica ancora di salvezza è ancor oggi l’amore, la generosità di darsi all’altro. A parole si è tutti generosi meno nei fatti.
Occasione per un teatro che è tuttora luogo di incontri umani.

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