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Street art – Palermo presenta il suo catalogo su graffiti e public art in città

Il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, insieme all’Assessore alle Culture Mario Zito e alcuni degli artisti coinvolti nell’iniziativa, ha presentato stamattina (23 Giugno), presso l’Eco Museo del Mare in Via Messina Marine, il catalogo dedicato alle opere di Street Art presenti nella città.

Pubblicato il 23 Giugno, 2021

Il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, insieme all’Assessore alle Culture Mario Zito e alcuni degli artisti coinvolti nell’iniziativa, ha presentato stamattina (23 Giugno), presso l’Eco Museo del Mare in Via Messina Marine, il catalogo dedicato alle opere di Street Art presenti nella città.

La pubblicazione, realizzata dal Comune di Palermo, testimonia l’interesse della città per la street art e il valore che essa può portare ad una città moderna e eterogenea come Palermo. Il dialogo tra le istituzioni comunali e gli artisti è iniziato nel 2018 con l’iniziativa muri liberi, che ha portato, l’anno dopo, alla creazione di un Albo ufficiale a cui accreditarsi per poter dipingere sui 24 muri autorizzati sparsi per la città.

Il catalogo propone una sorta di itinerario dedicato alla streeet e alla Public Art (opere figurative di interesse culturale inserite nel tessuto urbano, spesso realizzate su commissione). L’elenco di opere è lungo e va dalle periferie al centro storico, passando per Ballarò e Danisinni, quartieri a cui sono state dedicate delle vere e proprie piccole monografie.

Per il sindaco di Palermo, “la promozione della street art a Palermo è certamente una operazione di bellezza che si realizza non in base alla casualità, ma secondo una visione, un disegno e dei provvedimenti dell’amministrazione comunale che ha individuato, d’intesa con la Soprintendenza, i luoghi liberi per potere essere punti di riferimento della creatività . Tutto questo è frutto, altresì, di una operazione che definisco di urbanesimo umano, dopo i secoli passati nei quali un’opera d’arte stava nel chiuso dei palazzi ed era un’eccezione vedere qualche obelisco per strada, mentre le facciate servivano per evidenziare il distacco tra chi stava fuori e chi stava dentro. La street art rende la città una comunità. L’esperienza di Danisinni, dello Sperone, della Cala, di Brancaccio, che si va sviluppando in tutta la città, dimostra come chi vive in quelle strade e in quei quartieri, che forse non è mai andato in un museo o in un teatro, apprezza l’arte perché la sente parte della vita. Qualcuno sostiene che l’arte cambia il mondo, che costruisce il futuro. Sicuramente è bene che l’arte accompagni la vita di tutti e di una città”.

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