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amianto

Taranto: l’ex Ilva non si ferma (sentenza del Consiglio di Stato)

Pubblicato il 23 Giugno, 2021

Non si sono fermati a luglio di nove anni fa, quando il gip di Taranto, Patrizia Todisco, ne ordinò il sequestro senza facoltà d’uso perché fonte di gravi emissioni inquinanti, con danni per la salute di lavoratori e cittadini, e non si fermeranno nemmeno stavolta. A Taranto continuerà a produrre acciaio l’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, la nuova società nata il 10 dicembre dall’unione tra ArcelorMittal Italia (parte privata) e Invitalia (per conto dello Stato). Con una sentenza depositata mercoledì 23 giugno, i giudici della quarta sezione del Consiglio di Stato (sentenza attesa in vari ambienti) hanno rigettato la sentenza del Tar di Lecce dello scorso febbraio e l’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che ne era a monte (febbraio 2020). Entrambi i provvedimenti, sentenza Tar e ordinanza sindacale, convergevano su un punto: gli impianti dell’acciaio continuano ad inquinare (il sindaco aveva citato episodi emissivi accaduti dall’estate 2019 sino a prima di febbraio 2020) perciò andavano spenti se ArcelorMittal Italia (gestore) e Ilva in amministrazione straordinaria (proprietario) non avessero risolto le cause inquinanti. Creò rumore la sentenza del Tar Lecce che confermava l’ordinanza del sindaco Melucci. Tant’è che fu subito impugnata in appello al Consiglio di Stato, che prima, a marzo scorso, l’ha sospesa, e adesso, con una sentenza di 60 pagine, l’ha annullata. “Il potere di ordinanza non risulta suffragato da un’adeguata istruttoria e risulta, al contempo, viziato da intrinseca contraddittorietà e difetto di motivazione” spiegano nelle motivazioni i giudici di Palazzo Spada. In particolare, argomenta il verdetto, “non sono stati rappresentati fatti, elementi o circostanze tali da evidenziare e provare adeguatamente che il pericolo di reiterazione degli eventi emissivi fosse talmente imminente da giustificare l’ordinanza contingibile e urgente, oppure che il pericolo paventato comportasse un aggravamento della situazione sanitaria in essere nella città di Taranto, tale da dover intervenire senza attendere la realizzazione delle migliorie secondo la tempistica prefissata”. I giudici inoltre affermano che “in riferimento alla situazione attuale, le misure previste dal Piano risultano in corso di realizzazione e non emergono particolari ritardi o inadempimenti rispetto alla loro attuazione”. (fonte: Agi)

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