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Figlio di no vax chiede vaccino, Gelli e Lenzi (Fondazione Italia in Salute): “la legge non può costituire un ostacolo, infatti la strada c’è”

Pubblicato il 24 Giugno, 2021

“E’ una buona notizia che ci siano ragazzi che vogliono vaccinarsi e certo la legge non può costituire un ostacolo e infatti la strada c’è. Per i ragazzi che vogliono vaccinarsi, ma i cui genitori no vax si rifiutano di firmare il consenso il giudice competente, in base alla legge 219/2017 sul consenso informato, è il giudice tutelare. È vero che la nostra legislazione riconosce raramente autonomia decisionale a chi ha meno di 18 anni, è pero vero che la legge 219/2017 prevede all’ articolo 3 che la persona minore di età abbia diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e di decisione”. Così Federico Gelli e Donata Lenzi della Fondazione Italia in Salute, commentano la vicenda del ragazzo 17enne di Firenze, che si è rivolto all’Associazione avvocati matrimonialisti della Toscana dopo che i suoi genitori, entrambi no vax, gli hanno negato il consenso a ricevere il vaccino anti-Covid. Una possibile via di uscita legale potrebbe quindi essere quella di appellarsi alla legge sul consenso informato e le Dat.

“In questo modo i ragazzi che vogliono vaccinarsi hanno diritto a rivolgersi alle strutture sanitarie preposte e, verificata la mancanza del consenso dei genitori, queste, (il medico o la direzione dell’Asl) devono rivolgersi al giudice tutelare, chiedendo un intervento in tempi rapidi. Il giudice tutelare può nominare un tutore o un curatore temporaneo, che si assuma la responsabilità della decisione e affianchi i ragazzi. Comprendiamo che la strada non è breve, ma il giudice tutelare potrebbe seguire le stesse modalità adottate per la vaccinazione degli anziani momentaneamente incapaci e nominare tutore temporaneo il direttore sanitario. Va riconosciuto il diritto alla salute del ragazzo e premiato il suo senso civico, nel voler proteggere se stesso e la comunità”, concludono Gelli e Lenzi.

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