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Una veduta interna del carcere romano di Regina Coeli in una foto tratta dal sito del sindacato di polizia penitenziaria Uilpa Penitenziaria. ANSA/ UILPA PENITENZIARIA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY- NO ARCHIVE++

Estorsione a commercianti e partite di calcio truccate. Torna in carcere il boss Coluccia

Pubblicato il 25 Giugno, 2021

Era già agli arresti domiciliari per diversi reati, ma ora torna in carcere un boss di Galatina, paese protagonista dei fatti di cronaca di oggi, molto influente e conosciuto sul territorio. Nella giornata di ieri 24 giugno, gli agenti in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Lecce, unitamente ai colleghi del Commissariato di Polizia di Galatina, hanno eseguito l’Ordine di Carcerazione emesso dalla locale Procura della Repubblica  – Ufficio esecuzioni penali – a carico del pregiudicato Luciano Coluccia, 72enne di Galatina, già sottoposto agli arresti domiciliari, per scontare la pena di anni 9 e mesi 4 di reclusione. Torna in carcere Coluccia, quindi, a cui vengono contestati i reati di cui seguenti articoli: Art. 416 bis primo, secondo, terzo, quinto e sesto c.p.; commesso in data 7.11.2018 a Galatina ed in altri luoghi. Artt. 81, 110, 629 primo e secondo comma e 628 terzo comma c.p.;accertati fino alla data del 10.11.2015 a Galatina.Reati connessi alla frode sportiva;accertati in data 2016 e 2017 a Galatina e altri luoghi, per avere alterato, offrendo anche somme di denaro, il risultato di alcune partite del campionato Regionale Pugliese di calcio, stagione 2015/2016, al fine di favorire la promozione alla categoria superiore dell’A.S.D. Pro Italia Galatina, società di cui lo stesso era presidente. All’epoca dei fatti le indagini furono condotte dalla stessa Squadra Mobile e si conclusero con l’emissione di un Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere a carico di nove persone, eseguita in data 15 maggio 2018. In quella circostanza Coluccia fu posto agli arresti domiciliari. 

Torna in carcere il boss Coluccia, il suo metodo per estorcere denaro

post lockdown

Attraverso le indagini è stato documentato il «riconoscimento della capacità criminale del clan ad imporsi sul territorio grazie alla forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di sottomissione che ne deriva» ed il tentativo di eludere ulteriori attività di contrasto da parte della Magistratura e delle forze dell’Ordine, indirizzando gli interessi del clan verso settori apparentemente leciti. Le attività tecniche hanno permesso di accertare come il suddetto clan, attraverso Luciano Coluccia ed il figlio Danilo, avesse acquisito il totale controllo della  locale squadra di calcio “A.S.D. Pro Italia Galatina”, con annesso stadio comunale “G.Specchia”, utilizzandola come strumento per la costante e pressante richiesta di somme di denaro a commercianti ed imprenditori di Galatina e comuni limitrofi, a titolo di “sponsorizzazione”,offrendo in cambio “protezione” agli imprenditori operanti sul territorio. E’ emerso, inoltre, che padre e figlio abbiano falsato diverse partite del campionato Regionale Pugliese attraverso la promessa o l’offerta di denaro od altre utilità ad allenatori, dirigenti e giocatori di squadre avversarie al fine di condizionarne il risultato in maniera positiva per la Pro Italia Galatina. Altre circostanze evidenziate dalle indagini sono la richiesta di intervento su imprenditori al fine di condizionarne le scelte imprenditoriali, come ad esempio il licenziamento di lavoratori occupati non graditi al clan, nonché l’attività di recupero crediti utilizzando minacce rafforzate dall’uso del proprio cognome e della fama criminale della famiglia per ottenerne la dazione di denaro. Dopo le formalità di rito, Coluccia torna in carcere ed è stato associato presso la locale Casa Circondariale.

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