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Confagricoltura: “Diamo spazio alla ricerca, per una produzione più sostenibile”

Pubblicato il 30 Giugno, 2021

“Non dobbiamo produrre di più, ma meglio, e soprattutto sprecare di meno, grazie ai sistemi di rigenerazione.” A sostenerlo Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana che, prendendo spunto dalla legge sul biologico, al vaglio della Camera, ribadisce l’importanza di rendere il sistema dell’agroalimentare più sostenibile e tale da favorire la transizione ecologica, evitando lo sfruttamento intensivo dei terreni, come avviene in alcune parti del mondo, dove si abbattono intere foreste o si distruggono ecosistemi. 

“Concetti – sostiene – che  hanno permeato le scelte dell’ Europa ove all’interno della riforma della Pac, è previsto il raggiungimento del 25% della superficie agricola coltivata a biologico entro il 2030, contro il  7% del 2020”.

“Il nuovo Ddl, in approvazione, – continua Neri – è un passaggio importante, perché rafforza anche la politica da noi da tempo sostenuta, relativa alla valorizzazione delle Dop e delle Igp, di cui il biologico è un valore aggiunto, che ne permette anche la lvalorizzazione.”

Per Neri si tratta dunque di una scelta di campo. “Adesso occorrono scelte decise, perché in un momento in cui le coltivazioni intensive hanno creato problemi significativi, oggi ci troviamo di fronte ad un percorso che deve aiutare e garantire anche il consumatore. L’impegno delle aziende agricole e della Regione Toscana deve essere rivolto anche a questo, a sostenere il settore delle produzioni biologiche integrate e dare spazio alla ricerca, perché si possano comprendere con maggiore puntualità anche pratiche agronomiche più specifiche”

E ancora: “Sul biodinamico, – prosegue – ritengo che sia una attività, da ricomprendere in quelle biologiche. Pertanto vale la pena di aprire un confronto scevro da posizioni preconcette. Confronto che, anche con il contributo della comunità scientifica, dia modo di valorizzare produzioni, ancorché di nicchia, ma presenti sul mercato. Le tecniche convenzionali, come pure il biologico e il biodinamico, offrono modalità di produzione che valorizzano il made in Italy. D’altro canto anche la nostra associazione annovera al suo interno aziende prestigiose, che utilizzano queste tecniche e che raggiungono standard qualitativi elevatissimi, creando prodotti che valorizzano le produzioni italiane dell’agroalimentare nel mondo.  Concludo con l’auspicio che la nuova legge sul biologico nasca con lo spirito di difendere determinate produzioni, senza generare ulteriori distinguo.”

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