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Ddl Zan, ecco cosa prevede, ma nessuna maggioranza al Senato

Pubblicato il 5 Luglio, 2021

Il disegno di legge Zan, che prende il nome dal suo creatore, il deputato del PD Alessandro Zan, prevede l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili. Una proposta che ha acceso il dibattito pubblico in Italia e ha esacerbato le divisioni del parlamento e di tutto il mondo politico.

In base al testo del DDL approvato alla Camera nel novembre 2020, i reati collegati all’omofobia verrebbero equiparati a quelli sanciti dall’articolo 604 bis del codice penale che contrasta il razzismo e l’odio su base religiosa, punendo con la reclusione fino a quattro anni le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Il disegno di legge istituisce anche una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, per promuovere una più diffusa “cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”.

La legge Zan è rimasta per diversi mesi ferma a causa dell’ostruzionismo della Lega, che ha sempre sostenuto che la nostra costituzione già sancisca questi reati. La discussione sul DDL Zan negli ultimi mesi è stata al centro dell’opinione pubblica, scatenando reazioni come quella di Fedez sul palco del concerto del 1° Maggio, ed è stata calendarizzata a Palazzo Madama, ma la sua approvazione resta ancora in bilico.

Ipsos, nota società che si occupa di sondaggi, ha voluto sondare l’opinione degli italiani ponendo a loro alcune domande a riguardo.

Come prima cosa, ha voluto testare il sentiment delle persone riguardo il tema della discriminazione e alla domanda: “Secondo lei in Italia il problema della discriminazione su base religiosa, etnica, colore della pelle o orientamento sessuale…”. Il 54% ha risposto che esiste oggettivamente e il 30% invece ritiene che sia un tema sollevato da pochi intellettuali, mentre il 13% non ha un’opinione chiara a riguardo.

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