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Pogliese ultimo nella classifica de “Il Sole 24 ore” si difende: “Contano sole le urne”

Salvo Pogliese, secondo la classifica de “Il Sole 24 Ore” è ultimo sul gradimento dei sindaci con una percentuale di consenso del 30 per cento.

Pubblicato il 5 Luglio, 2021

Salvo Pogliese, secondo la classifica de “Il Sole 24 Ore” è ultimo sul gradimento dei sindaci con una percentuale di consenso del 30 per cento.

la classifica è guidata da Luca Zaia (governatore del Veneto) e Antonio Decaro (sindaco di Bari) che si riconfermano al primo posto della classifica degli amministratori locali più popolari in Italia, rispettivamente col 74 per cento e il 65 per cento delle preferenze. Per il governo delle Regioni, al secondo posto dopo Zaia (74 per cento) c’è Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, PD, 60 per cento), terzi ex aequo Massimiliano Fedriga (Friuli V.G., Lega) e Vincenzo De Luca (Campania, PD) col 59 per cento, segue Giovanni Toti (Liguria, Coraggio Italia, 56 per cento).

E non si è fatta attendere la replica del primo cittadino catanese, Salvo Pogliese che ha diffuso una nota.

“Ogni giorno mi spendo con lealtà e fermezza per fronteggiare le tante emergenze di una grande città del Mezzogiorno, come è Catania, stando in mezzo alla gente che mi gratifica con apprezzamenti in pubblico come in privato e innumerevoli attestati di stima. Se non si trattasse di un autorevole istituto di sondaggi, verrebbe da pensare che nelle rilevazioni hanno confuso città o addirittura sbagliato pianeta. Mi limito a osservare che i sistemi di valutazione adoperati, sicuramente non colgono il valore di un impegno totalizzante come quello di un sindaco che ha rinunciato a facili demagogie, assumendosi l’onere di affrontare e risolvere problemi da trent’anni sul tappeto. Ho scelto di fare il sindaco lasciando la comoda poltrona di parlamentare europeo come atto d’amore verso la città in cui sono nato e cresciuto, per correggere una rotta che aveva portato al baratro, consapevole dell’enorme fardello debitorio e di un dissesto finanziario lasciato in eredità. Eppure non ho mai puntato il dito verso un passato che ha lasciato strascichi pesantissimi. Personalmente credo che gli unici sondaggi che abbiano valore siano quelli delle urne, tenuto conto che quando mi sono candidato, tre anni addietro, alcune rilevazioni, anch’esse considerate <<autorevoli>> mi davano un risicato 17% di preferenze. Come tutti sanno fu un trionfo, con la vittoria al primo turno e oltre il 52% dei voti a mio favore. Il resto, compresi sondaggi buoni o cattivi che siano, francamente lasciano il tempo che trovano, perché l’unico dato che ha valore è quello delle elezioni”.  

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