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“Il silenzio sulla discarica di Ischia di Crociano dura ormai da troppi giorni”

Pubblicato il 19 Luglio, 2021

Il silenzio  sulla  discarica di Ischia di Crociano e il suo futuro dura ormai da troppi giorni  e ci domandiamo perché  e che cosa “bolle in pentola”. Mentre i cittadini attendono fiduciosi sviluppi positivi circa la chiusura e la messa in sicurezza  di quella discarica che deturpa il territorio di Piombino,   al Comitato giungono indiscrezioni, poco rassicuranti.  Innanzitutto  la possibile vendita dell’impianto e si fa anche un nome , quello della società Eco Eridania , azienda leader nel settore dei rifiuti . A suo tempo aveva fatto parte della cordata per l’acquisizione di Unirecuperi, poi vinta da Iren, quindi già interessata ad acquisire spazi di discarica nel nostro territorio.  Poi la notizia di un recente  report di Arpat circa le condizioni allarmanti  in cui si troverebbe la discarica di Ischia di Crociano : se da un lato i cancelli di RiMateria  sono ormai chiusi da oltre mese, dall’altro tutte quelle criticità e quelle prescrizioni che hanno fatto sì che non venissero concessi nuovi volumi dalla Regione Toscana, sono sempre presenti e richiedono interventi tempestivi. Dai giornali apprendiamo che la curatrice  nominata dal Tribunale,  la Dottoressa Francesca Ozia , stia,  in questi giorni,  valutando seriamente  la non prosecuzione provvisoria dell’attività della fallita RiMateria,  nonostante la pressione dei sindacati ,  rappresentanti dei  41 lavoratori e dei Comuni che sono soci, attraverso Asiu,  della società.  Troppo alti i costi dei  lavori di messa a norma della discarica per non parlare dei debiti milionari di RiMateria, mentre i ricavi provenienti dai conferimenti  già autorizzati nel cono rovescio, ammonterebbero a non più  di cinque o sei milioni di euro e non coprirebbero certo costi e debiti.Ci è  giunta notizia che la curatrice fallimentare  avrebbe nominato lo Studio Legale Volpe e Bedini proprio per assisterla in questa complessa fase di gestione del fallimento di RiMateria, lo stesso studio che ha rappresentato Navarra prima e  RiMateria poi, nei vari procedimenti e ricorsi  contro il Comune e al Tar. Una questione ingarbugliata e proprio per questo ci domandiamo : può un privato essere ancora interessato a questo business? Forse si,ma siamo convinti, solo nel remoto caso che la Regione promettaingenti spazi di discarica. Nel frattempo i cittadini si fanno , legittimamente,  delle domande: chi effettua i controlli del sito? Il percolato viene regolarmente gestito? Le centraline per la qualità dell’aria funzionano? La messa in sicurezza del sito si ècompletamente fermata? Il Comitato  vuole     scongiurare   danni ambientali, vuole rassicurazioni che non vi siano infiltrazioni nella falda, che il percolato prodotto venga regolarmente smaltito e che non sussista alcun pericolo per la salute dei cittadini di Piombino.​ Il Comitato soprattutto vuole che tutti i soggetti, Sindaci , Assessori, Regione e Tribunale,  che sono in campo per gestire questa difficile partita, siano consapevoli che  continueremo a vigilare su tutto quello che succederà sul territorio e non permetteremo altre inadempienze che mettano a rischio la  salute e la  qualità della vita dei cittadini di Piombino.Per tutti questi motivi il Comitato ha chiesto al Comune la possibilità di accedere agli atti in merito al report che Arpat ha inoltrato recentemente , oltre che al Comune stesso, anche   alla Regione Toscana e  al Ministero dell’Ambiente. Non abbiamo   ancora ricevuto risposta ,  ci sembra oltremodo assurdo che i cittadini debbano chiedere di accedere ad informazioni che, per  la loro importanza e la loro natura,  dovrebbero invece  essere prontamente rese pubbliche e non rimanere riservate.  La divulgazione di questi atti potrebbe tranquillizzare la cittadinanza o al contrario  allarmarla e  spingere le autorità competenti a prendere  i provvedimenti necessari per una rapida risoluzione. I nostri rappresentanti comunali, regionali e nazionali hanno un unico dovere: anteporre , davanti ogni altro interesse, la tutela della salute pubblica e del territorio e non quella dei privati in cerca di profitto o quella della sterile conta dei numeri o pareggio di bilancio. Il Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia

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