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Morire per un’ernia. 7 indagati all’Ospedale Maggiore di Modica

Pubblicato il 20 Luglio, 2021

Un errore umano? Un caso di malasanità? L’unica cosa certa è che Concetta Cannizzaro, 65 anni, è stata ricoverata all’Ospedale Maggiore di Modica e non ne è più uscita.

Secondo quanto dichiarato dai legali della famiglia, infatti, pare che la donna fosse stata ricoverata per un intervento d’ernia, ma che, per un errore, le sia stato invece perforato l’intestino provocando una setticemia fatale.

La denuncia è stata presentata lo scorso 14 luglio, il giorno della morte, al commissariato di Modica. La Procura di Ragusa ha aperto un’indagine con l’ipotesi di omicidio colposo e ha iscritto nel registro degli indagati, anche come atto dovuto, sette medici dell’ospedale Maggiore di Modica, disponendo l’autopsia sulla salma. L’indagine è stata affidata al pm Martina Dall’Amico. Il magistrato ha disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica.

La donna, che a causa di un altro presunto errore medico, nel 2010, aveva subìto un intervento di astomia con applicazione di un sacchetto intestinale per i bisogni, il 7 luglio era stata ricoverata nel reparto di Chirurgia del Maggiore di Modica per asportare un’ernia stomale che le era sorta sul fianco sinistro in prossimità appunto dell’astomia e per spostare sul lato destro la sacca: un’operazione programmata dal primario e sulla carta di routine. Ma fin dall’uscita dalla sala operatoria la paziente ha accusato forti fastidi e dolori. Martedì 13 luglio la 65enne ha avvisato i familiari che sarebbe stata sottoposta a una Tac per verificare la natura delle complicanze post-operatorie. E alle 11 di quella stessa giornata il primario di Chirurgia ha avvisato il marito che sua moglie stava per essere riportata sotto i ferri per un’occlusione intestinale e nel pomeriggio lo ha informato che, dopo l’intervento, Concetta Cannizzaro era stata ricoverata in terapia intensiva: un trasferimento motivato dal fatto che aveva subìto due operazioni ravvicinate in pochi giorni, e non da particolari problematiche o complicazioni. Ma solo mezz’ora dopo i congiunti della signora hanno ricevuto un’altra telefonata da un medico della Rianimazione, che prospettava loro una situazione molto più seria: la signora Concetta a seguito del primo intervento aveva subito un blocco intestinale e durante la seconda operazione resasi necessaria le sarebbe stato perforato l’intestino, il che le aveva causato una gravissima setticemia. Le possibilità di sopravvivenza erano scarse. E infatti, purtroppo, poco prima delle 7 del mattino del 14 luglio dalla Rianimazione del Maggiore hanno comunicato il decesso della donna.

In seguito alla denuncia querela presentata il giorno stesso della tragedia, al Commissariato di Modica dai familiari, che sono assistiti da Studio3A, la Procura di Ragusa ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo per la morte della donna modicana di 65 anni, Concetta Cannizzaro, e ha iscritto nel registro degli indagati, anche come atto dovuto, sette medici dell’ospedale Maggiore di Modica, disponendo l’autopsia sulla salma.

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