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Treviso, preghiera dei fedeli e autonomia: interviene il vicario generale, mons. Brugnotto

Pubblicato il 21 Luglio, 2021

“Nessun intento polemico o di contrapposizione alle istanze di autonomia. Una preghiera non è una presa di posizione politica”

21.7.2021 – “Nessun intento polemico o di contrapposizione alle istanze di autonomia. Una preghiera non è una presa di posizione politica”. In merito al dibattito apparso in questi giorni sui media locali a proposito di una delle preghiere dei fedeli letta domenica scorsa nelle chiese della diocesi di Treviso, interviene il vicario generale, mons. Giuliano Brugnotto. “Nella formulazione del concetto è sbagliata la scelta del termine ‘autonomismo’ – sottolinea -. La volontà era quella di invitare i popoli a sfuggire le chiusure particolariste e a ricercare invece il dialogo che costruisce percorsi di pace e di giustizia”.

Il foglietto della messa è un sussidio per la preghiera delle comunità, un aiuto a formulare la preghiera domenicale al Signore, e con questo intento è prodotto e distribuito.

“E’ con sorpresa e dispiacere che tante persone hanno letto attribuite alla nostra Chiesa posizioni non corrispondenti alla realtà della nostra storia e delle dichiarazioni del Vescovo stesso su questi temi – aggiunge mons. Brugnotto -. La Chiesa non suggerisce modelli politici e di governo, o le modalità con cui realizzare il Bene comune. La Dottrina sociale della Chiesa, inoltre, riconosce il valore di un’autonomia solidale, ispirata al principio di sussidiarietà e orientata al Bene comune.

E così il magistero di papa Francesco il quale, in particolare nell’enciclica “Fratelli tutti”, ci ricorda che la fraternità universale e l’amicizia sociale all’interno della propria comunità, del proprio Paese, di ogni società, sono due poli inseparabili: “Va ricordato che «tra la globalizzazione e la localizzazione si produce una tensione. Bisogna prestare attenzione alla dimensione globale per non cadere in una meschinità quotidiana. Al tempo stesso, non è opportuno perdere di vista ciò che è locale, che ci fa camminare con i piedi per terra (…). Bisogna assumere cordialmente la dimensione locale, perché possiede qualcosa che il globale non ha: essere lievito, arricchire, avviare dispositivi di sussidiarietà. Pertanto, la fraternità universale e l’amicizia sociale all’interno di ogni società sono due poli inseparabili e coessenziali”. (Papa Francesco, Lettera enciclica “Fratelli tutti” – Sulla Fraternità e l’amicizia sociale, 3 ottobre 2020, n. 142).

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