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Pandemia: scomparse 1.700 imprese del commercio e 200 del turismo

Pubblicato il 22 Luglio, 2021

Dopo un anno e mezzo di pandemia risultano scomparse 1.700 imprese del commercio e 200 del turismo sulle 212mila esistenti nel terziario toscano. È la fotografia dell’ultimo Osservatorio congiunturale, condotto da Format Research per Confcommercio Toscana e relativo al primo semestre 2021.

Se nei primi sei mesi del 2021, si legge, il clima di fiducia era migliorato, adesso la maggior parte degli operatori ritiene di non poter tornare ai livelli di redditività pre-crisi prima del 2023. “Ancora 18 mesi – ha detto il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – da vivere stringendo la cinghia, dunque, dal momento che i consumi non sono ripartiti, come dimostra anche il procedere lento dei saldi estivi, e nell’aria ci sono purtroppo nuove restrizioni a causa della ripresa della circolazione del virus“. 

Come chiarito dal presidente di Format Research Pierluigi Ascani “i settori più in crisi sono il commercio al dettaglio non alimentare, i pubblici esercizi e i servizi alla persona“. 

In questo contesto restano forti i problemi di liquidità: i tempi di pagamento si sono allungati, le aziende non hanno risorse per investire nella crescita e chiedono credito alle banche per stare in piedi. Il 68% si vede accordare la somma richiesta con ammontare pari o superiore a quello atteso, ma cresce la preoccupazione in vista della restituzione del finanziamento. Segnali non positivi anche dal punto di vista della domanda del lavoro: il 34% delle imprese del terziario ha avviato la ricerca di nuovi addetti nei primi sei mesi del 2021, ma (nel 47% dei casi) ha serie difficoltà a reperire persone qualificate per le mansioni proposte. Le maggiori difficoltà sono state riscontrate nei settori ristorazione, turismo e servizi alla persona, in prevalenza a causa della mancanza delle competenze richieste. (fonte: Ansa)

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