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“Collezionisti” di donne? Sapete riconoscerli? Ecco i segnali del narcisista seriale

Li chiamano “Seriali”, sono veri e propri “Collezionisti di donne” ed è una categoria di maschi – narcisisti seriali – che più o meno esiste da sempre; si tratta di una specie di “pescatore” che solo per mettersi alla prova e per autoconfermarsi come gran seduttore se ne infischia della “preda”.

Pubblicato il 4 Agosto, 2021

Li chiamano “seriali”, sono veri e propri “Collezionisti di donne” ed è una categoria di maschi – narcisisti seriali – che più o meno esiste da sempre; si tratta di una specie di “pescatore” che seduce solo per mettersi alla prova e per confermarsi come gran seduttore.

Il suo bisogno ossessivo di sedurre, però, gli serve a mascherare un gran vuoto interiore che – il maschio seriale – cerca invano di colmare, generando altro vuoto e così via, il ciclo – quindi – si autoalimenta.

Il seduttore, da sempre, evoca figure storiche come Casanova che era, per certi versi, è molto più interessante dell’attuale “collezionista di donne” che spopola sui social network. Quest’ultimo, infatti, si contraddistinguendosi per una marcata superficialità, Casanova, invece, voleva “scoprire” chi fosse la donna da conquistare.

Una Rete a pesca di donne

Il Collezionista usa il web e, quindi, i social per pescare il più possibile: in questa sua attività è seriale perché ripete metodicamente sia la scelta delle prede sia le strategie di cattura. A questa particolare tipologia di maschi lo psichiatra Paolo Crepet, ha dedicato un saggio Baciami senza Rete dove si delinea la figura del collezionista di donne.

Vediamo adesso, alcune delle caratteristiche principali per riconoscere un “seriale”

Primo. E’ un narcisista; cerca solo conferme sul suo potere di seduttore e lo fa usando frasi e comportamenti standard, quasi ossessivi, ripetendo quelli che secondo la sua esperienza hanno funzionato meglio.

Spesso socializza con donne differenti, finisce per inventarsi identità multiple e trasformarsi in altre persone.

D’altra parte, i social sono un luogo ideale per simulare ciò che non si è; Non richiedono tanto sforzo, sono facili da gestire da qualsiasi posto uno si trovi e, soprattutto evitano, il temutissimo “occhi negli occhi” al quale non reggerebbero.

Una volta decisi i suoi oggetti del desiderio, il collezionista passa all’azione.

Ecco alcuni dei comportamenti tipici del Collezionista di donne. Il collezionista di donne non fa distinzioni, la cosa principale per lui è avere un catalogo di donne: la slanciata, quella in carne, la riflessiva, la problematica, la giovane, quella meno, la mamma. Lui è implacabile, sistematico, scientifico nello stile di vita. Elegante, ben curato, discreta facoltà economica, fa un lavoro di movimento, sempre in giro, (l’essere continuamente in viaggio gli assicura un ricambio di donne).

Tra l’altro, il posto dove vive stabilmente si saturerebbe ben presto di sue “ex” dato che le relazioni durano al massimo un paio di mesi. Giusto il tempo di arrivare a pronunciare parole più impegnative o che si manifesti un pur minimo accenno di passione e il collezionista prende il largo, dopo aver pronunciato parole d’amore eterno e addirittura convincendosi di essersi innamorato anche lui, sia pure solo per 10 minuti. A seguire noia, fuga, abbandoni, il tutto, poi, da riporre con cura nella sua bacheca.

Ma perché il collezionista trova così tante donne?

Qui la questione si complica; come spesso accade si sbaglia a credere che il problema sia solo nel “Collezionista”, su questo aspetto Crepet mette in guardia dalle facili interpretazioni: le donne che finiscono nelle maglie della rete del narcisista seriale, in realtà, non cercano un uomo in carne e ossa con cui instaurare un rapporto autentico; restano impigliate nella trappola più per sfuggire alla noia e alla frustrazione delle loro vite, cercano una via di fuga dalla routine, vogliono distrarsi dai problemi, non pensare a niente e – magari – divertirsi, appagando desideri assolutamente temporanei.

Poi, però le più deboli finiscono per scontare un disagio psicologico; in genere sono donne fragili, con bassa autostima e con una tale infelicità di base da credere (o voler credere) a qualsiasi cosa.

Chiaramente, come da ogni incontro nella vita, la stragrande maggioranza delle persone impara qualcosa; il trauma si trasforma nell’occasione per rafforzare la personalità e guardare bene dentro se stessi, imparando a volersi bene non solo per piacere a un uomo o per piacere e basta agli altri.

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