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Ospedale Covid, Pezzopane (Pd): “Ricoveri a Pescara, ma personale dalle Asl di appartenenza (risultato parziale e schizofrenico)”

Pubblicato il 22 Agosto, 2021

Ospedale Covid di Pescara e pazienti aquilani. “Ieri nella riunione a Pescara, si è solo evitato il peggio. È un primo parziale risultato di una battaglia che per me non si ferma qui. La riunione convocata dall’assessore Verì ha adottato una soluzione tecnica, vista la situazione creatasi a seguito del rifiuto della Asl di Pescara di ricoverare pazienti provenienti dalla Asl dell’Aquila e della esplicita richiesta da parte dei medici della Asl 1 di un intervento verso la Regione del sindaco dell’Aquila.

La gestione dei pazienti Covid non in emergenza viene decisa con un atto di programmazione. Atto mancante, sono dovuti correre ai ripari con una riunione frettolosamente convocata. Nel meraviglioso mondo di Biondi, il sindaco dell’Aquila si prende, come al solito, meriti che non ha, e però nell’autoincensarsi, si prodiga in apprezzamenti sugli atti di programmazione regionale, mostrando così poco rispetto per le problematiche del nosocomio aquilano e della sanità in Provincia dell’Aquila.

D’altronde, dopo le bacchettate prese dalla destra pescarese che lo ha apostrofato con uno #staisereno, è obbligato a cantare vittoria. Ma entriamo un po’ nel merito della decisione assunta. La riunione fatta a Pescara ha semplicemente stabilito l’unica cosa che poteva decidere e con grandissimo ritardo. Ovvero che, nell’auspicio che le terapie intensive non abbiano una esplosione, i pazienti Covid potranno andare a Pescara, ma dovranno essere accompagnati dal personale della Asl di appartenenza. Questa decisione schizofrenica, che limita solo i danni causati da scelte errate a monte, per Biondi è una vittoria. Deve per forza dire così, perché non può denunciare le scelte scellerate della giunta Marsilio prima e dopo la pandemia. Vorrei che Biondi elencasse gli atti di programmazione di cui parla nel suo comunicato. Non vi è un solo atto approvato dagli organismi competenti. Nel prendere la decisione di ieri, la regione ha reso ancora più chiara la vergognosa operazione fatta nella gestione Covid. Dopo aver speso ben 13 milioni solo per Pescara, ci sono sulla carta 214 posti Covid e 40 terapie intensive, ma per certificata ammissione il personale c’è solo per 8 posti di terapie intensive. Ovvero l’ospedale Covid è fittizio, non c’è il personale che deve essere distolto dagli altri ospedali.

Ma ci rendiamo conto? Perché la regione non ha distribuito quei 13 milioni sulle 4 province come avevamo proposto noi? Perché li ha concentrati a Pescara se poi lì non c’è il personale? Come vengono utilizzati effettivamente i 214 posti Covid ed i 40 posti di terapia intensiva? Sono occupati da altri reparti che nulla hanno a che vedere con i fondi Covid? Questo dovrebbe chiedere il sindaco dell’Aquila, che invece da subito ha sostenuto questo disegno e così sta di fatto avallando che L’Aquila non sarà mai Dea di 2’ livello.

Avrebbe dovuto e dovrebbe fare ben altro per difendere l’Aquila, invece accetta a testa bassa che l’ospedale di Pescara abbia avuto con i fondi Covid per 214 posti letto per fare altro. Dopo la riunione attendiamo gli atti concreti, per capire come quello discusso nella riunione diventi atto amministrativo e concretezza. E Testa non dica sciocchezze, se, come dice lui i fondi Covid e la programmazione fossero stati equamente distribuiti in tutte 4 le Asl, non staremmo a dover portare i pazienti dove ci sono letti e strumentazioni, costringendo medici ed infermieri a spostarsi a Pescara. E questa sarebbe la programmazione esaltata da Biondi? Ma per piacere, un po’ di rispetto per queste pazienti e per questi nostri straordinari medici ed operatori sanitari che da 18 mesi stanno sul fronte. “ Così la deputata Dem Stefania Pezzopane sulla decisione della Regione di utilizzo dell’ospedale Covid di Pescara con il personale delle altre Asl.

Ospedale Covid: le dichiarazioni del sindaco Biondi

Il 18 agosto il primo cittadino aquilano aveva dichiarato quanto segue: “Una gestione ‘polverizzata’ delle ospedalizzazioni richiederebbe molto più personale che non concentrando le attività in unico presidio. Per questa ragione, in un momento in cui l’incidenza nelle terapie intensive di malati da Coronavirus è bassa ritengo che questi vadano concentrati e dirottati nell’hub regionale di riferimento per questa patologia”.

E ancora: “Invito, pertanto, la Regione e l’organismo commissariale a collaborare con le singole Aziende sanitarie affinché possa essere individuato un percorso condiviso per una sempre migliore funzionalizzazione degli spazi a disposizione, consentendo agli operatori di area critica di continuare a prestare servizio nelle attività chirurgiche con particolare riguardo a quelle più urgenti e indifferibili”. Ma la polemica, non senza fondamento, era soltanto all’inizio. (foto di repertorio).

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