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ESCLUSIVA – Femminicidio Aci Trezza, Agosta (Centro Thamaia): “Non ha funzionato la rete di protezione a sostegno della ragazza”

La presidente di un centro antiviolenza catanese si esprime su quanto accaduto ad Aci Trezza tra domenica e lunedì.

Pubblicato il 25 Agosto, 2021

A tutti è noto quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì ad Aci Trezza, frazione marinara di Aci Castello, nel Catanese. Un fatto di cronaca che ha visto come vittima Vanessa Zappalà, una ragazza di 26 anni, uccisa dall’ex fidanzato Antonino Sciuto, 38 anni.

A ciò ha fatto seguito il ritrovamento del corpo di quest’ultimo, dopo ore di ricerche, ma si è trattato dell’ennesimo caso di violenza che visto come vittima una donna, perlopiù alla quale è stata spezzata la vita in giovanissima età. Un fenomeno sempre più dilagante, che mette in allarme tutta la nostra nazione e che porta a chiedersi in quale modo si possa porre uno stop definitivo alla sua sempre più preoccupante espansione.

Di questo ne abbiamo parlato con Anna Agosta, presidente dell’Associazione Thamaia Onlus di Catania, che ha come scopo quello di promuovere e di favorire l’andare avanti di una vita migliore per le donne e per i minori che sono sottoposti a condizioni di violenza o di maltrattamento familiare.

Cosa non ha funzionato nell’ambito di questa agghiacciante vicenda?

Non ha funzionato la rete di protezione a sostegno della ragazza che ha chiesto aiuto attraverso la denuncia. Forse sono state sottovalutate le minacce dello Sciuto che, invece, si sono rivelate concrete, le ha realizzate così come le aveva rappresentate alla ragazza”.

Quali sono gli obiettivi principali della vostra associazione?

“L’Associazione Thamaia promuove da sempre la metodologia del lavoro di rete per il contrasto alla violenza maschile sulle donne. Dal 2008 coordina la rete antiviolenza della città metropolitana di Catania che si è formalizzata attraverso la sottoscrizione di un protocollo interistituzionale, al quale hanno aderito le più importanti istituzioni del territorio (Arma dei Carabinieri-Comando Provinciale, Questura di Catania, Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele, Ferrarotto, S. Bambino di Catania, Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania, Azienda Sanitaria Provinciale 3 di Catania, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali di Catania, Assessorato Provinciale alle Politiche della Scuola e Pari Opportunità della Provincia Regionale di Catania, Comune di Catania, Comune di Misterbianco, Comune di Motta Santa Anastasia, Comune di Randazzo, Associazione Le Onde Onlus di Palermo, Usp di Catania, Procura della Repubblica di Catania, Polizia Postale e delle Comunicazioni della Sicilia Orientale, Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Catania, Ospedale Garibaldi di Catania, Comune di Adrano, Associazione Teseo, Uepe, Lila). L’obiettivo del lavoro di rete è sostenere le donne che chiedono aiuto e che ogni operatore della rete possa avere un’adeguata formazione per dare alle donne risposte univoche ed efficaci, chiaramente ognuno secondo le proprie competenze. Per questo promuoviamo da sempre la necessità di una formazione continua è permanente di tutti gli operatori e le operatrici che nell’esercizio della proprio professione possono entrare in contatto con donne che subiscono violenza”.

Ci può dare un’idea riguardo ai numeri che si registrano ogni anno?

Ogni anno il centro antiviolenza Thamaia accoglie 250 nuove richieste di aiuto, un dato che aumenta in proporzione alle ore di apertura telefonica. È un fenomeno costante i cui numeri sono difficili da quantificare perché numerosi sono i casi che non emergono”.

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