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La forza del clan messa in ginocchio dalla GdF di Marcianise: 5 arresti

Pubblicato il 31 Agosto, 2021

Usura e clan

La forza intimidatrice del Clan questa mattina ha ricevuto uno stop con l’azione della Gdf. Infatti, questa mattina, la Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di n. 5 soggetti gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei reati di usura, estorsione e violenza privata, tutti aggravati dall’utilizzo del c.d. “metodo mafioso”. 

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Indagine Gdf: clan Massaro – Di Paolo

L’adozione della misura cautelare è intervenuta a seguito delle indagini, svolte dalla Guardia di Finanza di Marcianise e coordinate dalla D.D.A. di Napoli, che hanno consentito di accertare condotte usuraie ed estorsive poste in essere da CRISCI Clemente, detto “Semmentone, 59enne di Santa Maria a Vico (CE), già condannato in via definitiva per il reato di associazione mafiosa in quanto ritenuto elemento organico al clan camorristico “MASSARO-DI PAOLO”, attivo nei Comuni di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico e zone limitrofe.

Metodo mafioso

Insieme a lui sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere DI CAPRIO Andrea, 41enne di Santa Maria a Vico e BIONDILLO Alessio, 44enne di San Felice a Cancello (a quest’ultimo è stata contestata altresì la recidiva nella commissione di reati aggravati dal “metodo mafioso”), entrambi già agli arresti per reati in materia di sostanze stupefacenti. Sono stati condotti in carcere anche CRISCI Angelo, 41enne di Arienzo e GUIDA Vincenzo, 37enne di Santa Maria a Vico.

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Prestiti a tassi usurai

Le attività investigative hanno infatti accertato che, tramite la forza intimidatrice del clan, gli odierni arrestati hanno concesso prestiti a tassi usurai nei confronti di un imprenditore, quest’ultimo chiamato a pagare interessi quantificabili nell’80% su base annua e, per tale motivo, costretto con atti violenti e minacciosi a cedere beni immobili del valore di oltre 300.000 euro. Gli stessi indagati si sono resi responsabili di condotte estorsive nei confronti di un altro imprenditore, costretto anche lui con atteggiamenti violenti a restituire somme di denaro ricevute in prestito.

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Sequestro

Unitamente alla misura cautelare personale, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca c.d. “per equivalente” dei proventi delle condotte delittuose, pari agli interessi usurai indebitamente percepiti dai soggetti coinvolti. In esecuzione di tale provvedimento, la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro autoveicoli, terreni, quote societarie e disponibilità liquide per un valore complessivo di euro 173.000.

Gli esiti della presente attività costituiscono ulteriore importante testimonianza del costante impegno della Guardia di Finanza di Caserta e dell’Autorità Giudiziaria partenopea nella prevenzione e nella repressione di delitti quali l’usura e l’estorsione, resi ancor più dannosi dalla persistente emergenza pandemica e dalla conseguente crisi di liquidità patita dalle imprese del territorio casertano.

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