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Catania: “Deserto infrastrutturale ed emergenza educativa”, le sfide della Cgil

Pubblicato il 2 Settembre, 2021

“Ci aspetta un autunno di sfide e soprattutto di incognite. Serve dialogo, serve soprattutto che i lavoratori tornino al centro delle attenzioni istituzionali e sociali. Non ci sarà ripresa né nuovo sviluppo se, soprattutto in questa fase di Pandemia, il lavoro non sarà visto per ciò che è: un diritto e una grande opportunità”.  Il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, interviene sulle settimane di lotta sindacale e di prove civili che attendono la città.

Da dove iniziare? “Dalla ripresa del dialogo- spiega De Caudo- Con l’attuale amministrazione comunale negli anni scorsi avevamo avviato un buon confronto. Poi si è interrotto e la Cgil non ha mai fatto mistero della delusione subita e dell’amarezza per le conseguenze che ne sono derivate soprattutto sul fronte dei servizi sociali e della gestione delle aziende partecipate. Ma ora sembra che i tempi siano maturi per riprendere la contrattazione nell’interesse di tutti e su temi concreti. Abbiamo ricevuto interessanti conferme dall’amministrazione comunale”.

“L’anno scorso insieme a Cisl, Uil e Ugl avevamo presentato una proposta ufficiale sul Patto per lo sviluppo della città – continua il segretario generale- puntando a saldare bisogni reali e immediati con visioni strategiche di media e lunga durata. Rivedremo quegli obiettivi con la speranza di fare un buon lavoro”. 

Nel frattempo St Microelectronics e 3SUN stanno avviando investimenti importanti e a breve la Cgil di Catania capirà  come ciò impatterà  con l’indotto e dunque con nuove occasioni di sviluppo e di lavoro. Su questo punto il confronto è imminente.

“Sulla Zona industriale da tempo ci aspettiamo svolte definitive che però non arrivano. La stagione autunnale e invernale ci metterà ancora alla prova con le piogge e gli allagamenti nella zona di quella che fu l’Etna Valley – aggiunge De Caudo- Sappiamo come andrà a finire: grideremo allo scandalo, le imprese pagheranno i danni (e con loro i lavoratori e la città tutta) e nulla cambierà.Temiamo fortemente che le istituzioni non abbiano ancora una visione e un piano su questi temi persino a breve termine. Non possiamo dimenticare che nonostante le varie crisi, Catania continua a mantenere le sue eccellenze, da quelle enogastronomiche a quelle della conoscenza. Incredibile non investire almeno su quello che c’è già”.

Per la Cgil di Catania inoltre, la città opera in un “deserto infrastrutturale” dove l’intermodalità tra Interporto, Porto e Aeroporto resta ancora un miraggio. Un’altra grande emergenza è di certo la scuola. Mancano pochi giorni alla riapertura delle attività e delle aule.

“Non è solo la Cgil a dire che l’ emergenza educativa si aggrava sempre più, ma anche il  presidente del Tribunale minorile di Catania ha spiegato che ci sono 18 mila ragazzini dai 12 ai 16 anni che durante le settimane di pandemia non hanno frequentato le lezioni. – conclude De Caudo- Ci aspettiamo un impegno straordinario affinché questi giovani non vengano esclusi definitivamente dal mondo della scuola. Dovremmo poi discutere di edilizia scolastica, avendo ben chiaro che le classi pollaio sono nemiche della sicurezza e della didattica, a maggior ragione in questo momento storico in cui il distanziamento si rivela più che necessario e tale dovrà mantenersi anche dentro gli istituti. Ricordiamo che per Catania e provincia ammontano a circa 20 milioni di euro i fondi stanziati dal “Decreto Agosto” per interventi da destinare all’edilizia scolastica per manutenzione straordinaria e per l’incremento dell’efficienza energetica delle scuole di secondo grado. Ma la gestione  dei fondi non sembra ancora avere raggiunto il giusto grado di responsabilità e consapevolezza da parte della Città Metropolitana, ente appaltante.  Vorremmo dunque costruire un Patto vero e non certo a senso unico con la Regione siciliana che punti a questa emergenza educativa”.

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