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Al via Donavita Project, la campagna di sensibilizzazione nazionale per la raccolta di sangue e di fondi a favore delle talassemie. Testimonial d’eccezione, il ragusano Andrea Caschetto

Pubblicato il 20 Settembre, 2021

La storia di Andrea Caschetto è quella di un ragazzo speciale, che a 15 anni ha subìto un intervento al cervello che gli ha causato la perdita della memoria a breve termine, tanto da guadagnarsi il soprannome di «memoria zero», ma anche l’incontenibile voglia di donare qualcosa di bello agli altri. Oggi Andrea, ragusano, ha 31 anni e ha realizzato decine di progetti internazionali di volontariato e raccolte fondi per costruire centri pediatrici in Africa e in Sud America, ottenendo riconoscimenti in tutto il mondo. Di recente è diventato anche donatore di sangue, ruolo che in passato gli era precluso per ragioni di salute.

Chi meglio di lui poteva essere testimonial della campagna di sensibilizzazione “Donavita Project”, il cui obiettivo è parlare, con il linguaggio semplice della normalità e della voglia di vivere, di alcune malattie e della raccolta di sangue, da vivere come gesto di solidarietà, abituale e diffuso? Il Covid-19 non ha, infatti, cancellato malattie importanti, come le Talassemie, la Drepanocitosi e le anemie rare che riguardano oltre diecimila pazienti in tutta Italia. Per riportarle al centro dell’attenzione, la UNITED Onlus – la federazione italiana che rappresenta 25 organizzazioni locali e regionali di talassemici, con più di 4500 associati su tutto il territorio nazionale – ha lanciato la campagna di comunicazione e sensibilizzazione “Donavita Project”.

La campagna, realizzata in collaborazione con l’agenzia Sava&Sava, coinvolge organi istituzionali, associazioni di donatori e di pazienti e organizzazioni di volontariato per lanciare un messaggio semplice ai cittadini: donare non costa nulla, ma può salvare la vita a molte persone. E ciò è vero, sia se si diventa donatori di sangue, sia se con un firma sulla dichiarazione dei redditi si dona il 5 per mille alla ricerca scientifica, impegnata nei laboratori per la messa a punto di nuove e più efficaci cure, sia diffondendo i contenuti sui social per promuovere la donazione.

“Donavita Project” include diverse azioni. Per cominciare, uno spot televisivo rivolto ai giovani, che sarà trasmesso sulle principali reti nazionali e sui social media. A seguire, il “Donavita Challenge”: una maratona della donazione sui social network, lanciata dal testimonial della campagna che coinvolgerà altri vip e personaggi pubblici del cinema, della moda, della televisione e dello spettacolo. Ognuno, a sua volta, ne nominerà altri tre in una gara di solidarietà che punta a diventare virale. 
E ancora: con il “Donavita Real life docu-fiction”, le telecamere entreranno nei centri trasfusionali per raccontare, attraverso la voce dei protagonisti – giovani pazienti, medici, ricercatori – la loro vita reale, le esperienze quotidiane, i sogni, le paure, i progetti e le ambizioni, ma anche gli effetti della malattia, le cure e le speranze legate ai progressi della medicina.

Per la giornata mondiale della Talassemia (8 maggio) il “Donavita Scuola Tour“, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, proietterà nelle aule scolastiche di tutta Italia un documentario per informare e sensibilizzare i più giovani su queste tematiche.

Infine, il “Donavita Sport” prevede la scalata del Monte Bianco da parte di due alpinisti, Dario Sparacino e Saro Iaconinoto: un incitamento a superare i propri limiti, perché nulla è impossibile.  

La campagna ambisce a coinvolgere anche il mondo delle imprese, e in particolare le case farmaceutiche e le aziende multinazionali, perché sostengano la ricerca di base attraverso sponsorizzazioni e libere donazioni. Donare non solo migliora la qualità della vita degli altri. Ma ci rende più umani, ci fa sentire fratelli.

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