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Occhieppo Superiore (BI), coltiva cannabis tra i fiori di montagna: arrestato 37enne

Pubblicato il 22 Settembre, 2021

I Carabinieri della Sezione Operativa del N.O.RM. della Compagnia di Biella hanno arrestato un 37enne di Occhieppo Superiore per produzione e detenzione di stupefacenti. Nella casa di proprietà dell’uomo, i militari hanno rinvenuto cannabis, hashish, funghi allucinogeni e tutto l’occorrente per il confezionamento degli stupefacenti.

Le indagini dei carabinieri di Biella

Le condizioni metereologiche delle ultime settimane, favorevoli alla crescita di tutte le essenze locali, hanno contribuito anche alla “speciale” coltivazione di un 37enne locale, cresciuto nelle colline della valle Elvo, dedicatosi a “bassa quota” alla sua particolare passione per la produzione “fai da te” di cannabis.

Il bel tempo di questa fine d’estate ha migliorato i risultati del suo lavoro, ma la soddisfazione non ce l’ha fatta ad arrivare prima dei Carabinieri.

I militari hanno notato che presso l’abitazione di in zona pre-montana, in una villetta in zona soleggiata di Occhieppo Superiore, venivano coltivate piante di cannabis nascoste alla vista da erbe aromatiche e da fiori.

La successiva perquisizione della casa e nel terreno adiacente ha consenito di rinvenire: 6 piante di “cannabis” di un’altezza variabile tra i 1.90mt ed i 2.90 mt (queste ultime ormai a maturazione e pronte per l’essicazione ed il successivo utilizzo o smercio al dettaglio), mentre all’interno dell’abitazione, nel piano superiore adibito a mansarda, era stata realizzata una serra, dove sono stati rinvenuti, occultati alla vista dei meno esperti, 410gr di semi di canapa indiana, 1 grammo di Hashish, nonché quasi 1,5 Kg di foglie essiccate e triturate di canapa indiana, 2 funghi allucinogeni, e materiale per l’essicazione ed il confezionamento del prodotto finale.

L’uomo è stato immediatamente arrestato ed, espletate le formalità di rito, è stato condotto alla Casa Circondariale di Biella, mentre le piante ed il materiale, sono stati sequestrati e messi a disposizione della Procura della Repubblica di Biella, che coordina le investigazioni.

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