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Pubblicato il 5 Ottobre, 2021

«Il nostro vicino di casa ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina». Il giorno seguente — si legge negli atti dell’inchiesta — l’anonimo aveva appreso si trattasse «della signora Laura Ziliani».

Nel puzzle ancora tutto da comporre sull’omicidio di Laura Ziliani rientra anche un tassello «senza nome». Erano passati solo otto giorni dalla scomparsa della ex vigilessa e impiegata comunale a Roncadelle, denunciata dalle figlie alle 11.58 dell’8 maggio scorso, a Temù.

Il 16, all’indirizzo di posta elettronica della polizia locale della Valle Camonica, arrivò una email nella quale un anonimo segnalava di aver visto, proprio la mattina dell’8 maggio 2021, «il nostro vicino di casa che ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina». Il giorno seguente — si legge negli atti dell’inchiesta — l’anonimo aveva appreso si trattasse «della signora Laura Ziliani”. Ma non è tutto. In questa missiva virtuale senza nome, l’autore aggiungeva: «Sono stato pagato per serbare il silenzio, ma sono pronto a negoziare un nuovo accordo» non meglio precisato.

Gli accertamenti condotti a stretto giro dalle forze dell’ordine per identificare a chi facesse capo l’indirizzo di posta elettronica in questione — attivato da un IP localizzato a Varese — non hanno tuttavia dato alcun esito. E quelle parole sono rimaste senza mittente. Che fossero attendibili o meno, resta un mistero che il gip ha ricordato nell’ordinanza che ha portato all’arresto di Paola e Silvia Zani, oltre che del fidanzato della maggiore, Mirto Milani, per la morte di mamma Laura.

Laura Ziliani
Una foto di Laura Ziliani presa dal suo profilo Facebook. ANSA

Sette giorni dopo, il 23 maggio, nei boschi di Temù sarà ritrovata la scarpa destra che le ragazze riconosceranno come quella della madre, in un tratto compatibile con il presunto percorso che avrebbe affrontato quella mattina.

Ancora due giorni e il 25 maggio sarà recuperata anche la sinistra, tra le ortiche di un boschetto isolato, grazie alla curiosità di un residente che notò i movimenti «sospetti» di Paola e Mirto. Gps e utenze confermano che sarebbero partiti da Brescia per «nasconderla» salvo poi rientrarci in serata.

Arrestati all’alba di venerdì scorso per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, oggi i tre indagati compariranno davanti al gip, Alessandra Sabatucci, per l’interrogatorio di garanzia: Paola e Silvia dal carcere di Verziano (dove si trovano in isolamento nella stessa cella) e Mirto da quello di Canton Mombello, sempre a Brescia.

Chiusi sostanzialmente nel silenzio, potrebbero decidere di mantenere la stessa linea anche davanti al giudice, alla prese con un’inchiesta (pesantemente) indiziaria nella quale restano da delineare, per esempio, i ruoli dei protagonisti, oltre che la dinamica dell’omicidio — Laura Ziliani sarebbe stata narcotizzata e verosimilmente soffocata — e il luogo in cui, stando al medico legale, il corpo sarebbe stato occultato per tre mesi.

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