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Ufficio minori e famiglia. I cittadini leccesi denunciano lo scarso decoro

Pubblicato il 29 Settembre, 2021

Locali piccoli e angusti. Improponibili per una prestazione così importante qual è il servizio svolto dall’Ufficio minori e famiglia attraverso lo sportello degli assistenti sociali. Una situazione paradossale e assolutamente indecorosa per il Comune di una città capoluogo di provincia come Lecce. La denuncia arriva da Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che scrive: “Le scene apocalittiche, negli uffici della Corte Maternità Infanzia nel Palazzo ex O.N.M.I., lascia, veramente, senza parole. I locali peraltro sono poco areati e non a norma con un unico ingresso/uscita senza maniglia antipanico e totale inesistenza delle regolamentari vie di fuga, e senza possibilità di accesso per i disabili, c’è un solo bagno per tutti (impiegati ed utenza). Per cui la permanenza degli utenti negli stessi, tra cui molti minori e famiglie, diventa, per le decine e decine di persone accalcate quotidianamente, un incubo. Un’odissea”.

Ufficio minori e Famiglia, le dichiarazioni di D’Agata

Il Presidente dello Sportello che già si sta battendo per la situazione poco chiara dei photored a Lecce, continua così ad attaccare la situazione in cui versa l’Ufficio minori e Famiglia: “Per gli utenti ed al contempo anche per i temerari dipendenti comunali, accalcati in due in una stanza di piccole dimensioni con scrivanie che si fronteggiano e che non consentono il posizionamento di sedie per gli astanti. Urge una soluzione non più rinviabile per l’Ufficio Minori e Famiglia. Anche perché si è al limite del rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro oltre a costringere cittadini e lavoratori a condizioni insalubri per la qualità dell’aria che vi si respira. Si adeguino i locali o si individuino nuove location. E per risolvere il problema servono locali a norma e un rispetto del lavoro svolto dai dipendenti comunali chiamati ormai a fornire risposte che gli amministratori non vogliono dare preferendo dedicarsi ai piani urbanistici piuttosto che a risolvere i problemi sociali”.

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