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Controllo del Green pass nei luoghi di lavoro, si semplifica: arrivano (in bozza) le indicazioni del Governo

Pubblicato il 12 Ottobre, 2021

Controlli automatici saranno svolti sia nella Pa, sia nel privato: obiettivo semplificazione. Sono state rese note le indicazioni del Governo, al fine di controllare il possesso del Green pass nei luoghi di lavoro. I datori di lavoro avranno a disposizione un’App per la verifica quotidiana e automatizzata. Lo si legge nella bozza di Dpcm che regola il controllo della certificazione verde in tutti i luoghi di lavoro, su proposta del ministero della Salute, dell’Economia e dell’innovazione tecnologica.

Il presidente del Consiglio ha già firmato il Dpcm contenente le linee guida relative all’obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde Covid-19 da parte del personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dal prossimo 15 ottobre: su proposta del Ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Ministro della salute, Roberto Speranza.

Ma parliamo del Dpcm ancora in bozza: esso modifica le possibilità di controllo della certificazione verde, poiché estende a privati e Pa la possibilità di utilizzare le App Sdk (Software development kit). Si tratta di un kit che consente di realizzare applicazioni specifiche per la verifica del Green pass, integrando nel software le stesse funzionalità dell’App VerificaC19. E ancora: sarà possibile contare su NoiPA, il sistema del Mef che gestisce circa 1,9 milioni di dipendenti pubblici, e sul Portale Inps. Ecco che il quadro si fa di più semplice gestione, poiché è possibile la verifica automatizzata: fino ad ora i privati erano costretti a una verifica manuale con App VerificaC19, che peraltro ora non risulta esclusa, ma residuale.

Al fine di “assicurare efficace ed efficiente” verifica del Green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati, il ministero della Salute “rende disponibili ai datori di lavoro specifiche funzionalità” per una verifica “quotidiana e automatizzata”: lo si legge ancora nella bozza del Dpcm. Si rivela soltanto il “possesso” di un certificato “in corso di validità” e non “ulteriori informazioni”.

Si legge ancora nel documento: “Nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento delle certificazioni verdi Covid-19 da parte della piattaforma nazionale Dgc, i soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano una delle condizioni per il rilascio della certificazione verde (vaccinazione, avvenuta guarigione o effettuazione del tampone)”. E infine: “Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come per esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all’erogazione di servizi essenziali, i soggetti preposti alla verifica” del Green pass possono richiederlo ai lavoratori “con l’anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro“.

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