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Quasi conclusa la prima campagna di scavi archeologici presso la Villa Romana di Lio Piccolo

Pubblicato il 13 Ottobre, 2021

Le stratigrafie documentano per la prima volta una struttura produttiva romana presso la laguna nord

13.10.2021 – Ultimi giorni per l’indagine archeologica iniziata a settembre a Lio Piccolo, condotta in regime di concessione dal Ministero della Cultura, sotto la direzione del professor Diego Calaon e dalla professoressa Daniela Cottica dell’Università di Ca’ Foscari Venezia, che vede la collaborazione e il co-finanziamento del Comune di Cavallino-Treporti, sotto l’alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, Ministero della Cultura.


L’indagine punta a riscoprire il passato di Lio Piccolo, storico borgo immerso nella laguna di Venezia, patrimonio dell’Unesco, per restituire al presente i reperti e le strutture di una villa romana esistente nel sito.
«L’aspetto più importante di questa campagna è quello di aver documentato per la prima volta, con uno scavo archeologico stratigrafico terrestre, presenze romane in quest’area, nella laguna nord di Venezia» spiega la prof.ssa Daniela Cottica, responsabile scientifico dello scavo assieme al prof. Diego Calaon.


Ultimi giorni, dunque, per la campagna, che si concluderà tra il 16 e il 20 ottobre con la chiusura dello scavo e il ripristino dell’area, in attesa di studiare i reperti rinvenuti e preparare la prossima campagna.
«Da un lato – continua Cottica –, avevamo i reperti recuperati in passato da E. Canal e studiati da V. Goti Vola, che ci davano delle informazioni sulla frequentazione dell’area durante il periodo romano e tardoromano. Ora, grazie all’intervento di scavo archeologico, abbiamo riportato alla luce non solo nuovi reperti ma anche strutture, che ci forniscono preziose informazioni sulla funzionalità dell’area. Inoltre, abbiamo eseguito delle indagini paleo-ambientali, finalizzate a ricostruire l’ambiente antico e la sua evoluzione nel tempo. Questi dati ci consentiranno di studiare l’interazione fra uomo e ambiente e di comprendere come l’ambiente naturale, possa aver influito sulle scelte di occupare in un certo modo questi spazi nel tempo».


«La campagna di scavo – aggiunge il prof. Diego Calaon – ha verificato la presenza di strutture legate a una possibile villa marittima di età romana: una grande azienda di produzione, posta sulla costa dell’antica città di Altino. Abbiamo infatti una serie di strutture, definibili preliminarmente come magazzini e strutture di stoccaggio, che stanno attorno a uno spazio centrale, in corso di scavo negli ultimi giorni per verificare se si tratti di una vasca o di un’area di raccolta e lavorazione, probabilmente legata al ciclo lavorativo del sale.La cronologia di queste attività ci viene data dai materiali archeologici, che troviamo abbondanti: frammenti di anfora, di ceramica da cucina, monete e, nei prossimi mesi, saremo in grado di raffinare queste cronologie con il C14 e la dendrocronologia degli elementi lignei.Iniziamo anche a immaginare quali fossero le produzioni di questa villa, che essendo in acqua, sulla costa e vicino ai canali di quella che sarà la laguna, probabilmente erano collegate sia all’estrazione del sale, ricordiamoci che siamo in località “Le Saline”, una produzione che quindi probabilmente si potrebbe far risalire ad almeno 2000 anni fa, sia all’itticoltura».
Lio Piccolo, dall’inizio dei lavori di ricerca, è divenuto un cantiere internazionale: circa una cinquantina tra studenti e professionisti si sono avvicendati all’interno dell’area archeologica, permettendo di intessere instaurare relazioni con Università anche al di fuori del territorio regionale.L’amministrazione di Cavallino-Treporti ha inoltre promosso un percorso didattico finalizzato alla conoscenza del luogo per le scuole del territorio che hanno colto l’opportunità e che in questi giorni porteranno i ragazzi delle classi primarie e secondarie a visitare le aree archeologiche.
«Lo scavo – commenta l’assessore alla cultura di Cavallino-Treporti, Alberto Ballarin –, nel momento in cui diventa visitato, diventa un luogo della cultura vivo e frequentato, dove i cittadini e gli ospiti di Cavallino-Treporti possono vedere con i propri occhi e toccare quella che è una realtà risalente a 2000 anni fa. Un’emozione indescrivibile da vivere sia per noi amministrazione, ma anche per tutti i visitatori».


Per avvicinare le persone a questi ritrovamenti unici, inoltre, il comune ha organizzato 6 appuntamenti di visita, nel mese di ottobre, tutti andati velocemente sold-out. Tra ospiti alle visite e aperitivi archeologici, scolaresche e gruppi organizzati, più di 600 persone hanno visitato il sito.Per questo motivo si vuole aggiungere al programma degli eventi una visita guidata straordinaria, domenica 17 ottobre, alle 15.00: per info e prenotazioni (viveredacqua@gmail.com).


«Oltre ai 6 incontri nei fine settimana di ottobre – continua Ballarin –, anche le scuole del nostro territorio hanno avuto modo di vedere e di visitare una realtà così importante. Penso che per uno studente, poter vedere con i propri occhi quello che solitamente viene riassunto in poche righe sul proprio libro, sia un’esperienza assolutamente fondamentale.Nel momento in cui un luogo diventa anche esperienza, infatti, e lo portiamo dentro al nostro cuore, ecco che la cultura ha colto nel segno, proprio perché diventa elemento fondamentale della nostra vita sociale, diventando momento di incontro e nutrimento della nostra anima culturale».


Dopo il lavoro di scavo, ora inizia un grande lavoro di indagine da parte dei ricercatori, per analizzare tutti i reperti raccolti, sui quali improntare la nuova missione del prossimo anno.
«Dal prossimo anno – conclude Cottica –, contiamo di poter proseguire le indagini, in collaborazione con gli enti che ci hanno finora supportato, e di poter progettare anche un lavoro più a lungo termine, in modo da avere il tempo di indagare quello che si sta rivelando come un complesso non solo interessante, antico e pluristratificato, ma anche piuttosto esteso».

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