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Ultimo saluto a Lucrezia Di Prima, lunga omelia, Genchi: “Dov’è Lucrezia?”

Atmosfera struggente in occasione dei funerali di Lucrezia Di Prima nella piazza della Chiesa Madre di S.Giovanni La Punta.

Pubblicato il 21 Ottobre, 2021

Atmosfera struggente e tantissima partecipazione dei cittadini di S.Giovanni La Punta, per dare l’ultimo saluto a Lucrezia Di Prima, la 37enne uccisa dal fratello Giovanni Francesco, 22 anni, lo scorso 15 ottobre. A presiedere il rito funebre, che si è tenuto nella piazza antistante la Chiesa Madre, il vicario dell’arcivescovo di Catania, Salvatore Genchi, che ha parlato in una lunga omelia, mentre coloro che hanno compartecipato sono stati il diacono Andrea Messina, il parroco della chiesa Madonna della Sciara di Mompilieri, Alfio Privitera, e il parroco e il viceparroco della Chiesa Madre di S.Giovanni La Punta, Domenico Cosentino e Orazio Scuderi.

Durante la sua omelia Genchi ha fatto un riferimento al momento molto brutto che vive la famiglia e tutta la comunità di S.Giovanni La Punta, con grandissima afflizione e dolore per colei che non c’è più e il suo omicida, ovvero il fratello, che Genchi accosta a Caino.

“La parola di Gesù ha quindi molta importanza di fronte alla morte di Lucrezia – ha detto Genchi – per rafforzare la fede cristiana e rimotivare la speranza per ritrovare la forza di amare nonostante un momento di grande difficoltà che tutti stanno vivendo nella città. La vita di Lucrezia, tolta con violenza, si ha la certezza che è già in Dio perché Gesù è per tutti noi la resurrezione e la vita. Caino e Abele, figli di Adamo ed Eva, presente nella Genesi della Bibbia, come emblema di un delitto fratricida come quello accaduto lo scorso 15 ottobre. Un rapporto definito difficile che si consuma nella morte di Abele per mano di Caino con la domanda rivolta da Dio a Caino ‘Caino, dov’è Abele tuo fratello?alla quale Caino risponde ‘E che ne so io? Non sono custode di mio fratello. Dio pone a tutti a noi la domanda ‘Dov’è Lucrezia?e il momento attuale di dolore deve trasformarsi in speranza e serenità dopo averlo fatto penetrare nella nostra esistenza. La speranza deve continuare ad accompagnare questi giorni tremendi e difficilissimi per la famiglia e deve rappresentare la forza e il motore della nostra esistenza, con un riferimento al castigo che riceve Caino da Dio al quale Caino risponde ‘Nessuno mi guarderà con amore e con affetto. La vita per Lucrezia deve ritrovarsi in una direzione di amore, assieme ai sani valori della famiglia e della comunità di S.Giovanni La Punta”.

La speranza della resurrezione è stata quindi il leit motiv della celebrazione e al termine della messa, con tanto di palloncini bianchi, i partecipanti hanno circondato la salma di Lucrezia e la dimostrazione di affetto nei confronti soprattutto dei genitori e degli altri parenti è stata. In seguito è partito il corteo guidato dall’auto e dai parenti di Lucrezia verso il vicino cimitero cittadino in via Piave, in corrispondenza della rotonda che conduce al lungo viale alberato per S.Gregorio. Al momento della posa della salma si è avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lo zio, che ci ha mostrato il dolore per questa terribile tragedia.

“Una tragedia del tutto inaspettata, inimmaginabile e soprattutto senza un motivo – ha detto lo zio –. Erano sia lui che lei persone per bene dei bravi ragazzi. A scatenare la furia omicida di lui secondo me un suo uso eccessivo del computer e la altrettanto eccessiva visione di film“.

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