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Decreto Draghi sicurezza sul lavoro: parola ai sindacati dei lavoratori edili di Catania

Il recente decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha fatto parlare molto di sé. Vediamo cosa ne pensano i segretari delle tre sigle sindacali dei lavoratori edili di Catania.

Il recente varo del decreto del governo nazionale capitanato da Mario Draghi riguardante le cosiddette tragedie sui luoghi di lavoro ha fatto parecchio parlare di sé. Nelle settimane passate si è parlato di come esso non risolvesse del tutto l’emergenza, ma come rappresentasse comunque una certa inversione di tendenza riguardo all’approccio delle istituzioni al tema della sicurezza sul lavoro. All’interno di esso si prevede un ampliamento delle competenze ispettive dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro riguardo alla salute e alla sicurezza sul lavoro, anche allo scopo di consentire un maggior presidio sul rispetto della disciplina. In questo modo si incentiva un accentramento del ruolo dell’Ispettorato, che andrà di pari passo con quello delle Asl. Oltre a tutto questo ci saranno anche pene più severe, come l’arresto fino a sei mesi per gli imprenditori che non si mettono in regola e la sospensione delle attività per le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza. Infine completa il quadro la sospensione dei cantieri in caso di presenza del 10 % senza regolare contratto di lavoro.

Così abbiamo sentito i segretari catanesi delle tre sigle sindacali della categoria dei lavoratori edili, Vincenzo Cubito, Nino Potenza e Nunzio Turrisi, a capo rispettivamente di Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl. Cubito focalizza l’attenzione sui temi della sicurezza e guarda con favore i metodi ispettivi relativi alla presenza dei lavoratori in nero, ma qualche perplessità viene mostrata riguardo al ruolo che potrà avere l’Ispettorato, dipendente dalle Regioni, e alla mancanza di riferimenti sul problema dell’amianto.

Noi siamo favorevoli alla riduzione – sottolinea Cubito – dal 20 al 10 % del lavoro in nero. In questo caso la sospensione di un cantiere scatta e permane fino a quando il titolare non poga la dovuta sanzione e non regolarizza il lavoratore. Un’ottima cosa anche la collaborazione tra le Asl e l’Ispettorato del Lavoro, sulla quale dobbiamo però aggiungere i nostri dubbi sull’intervento della Regione Siciliana e soprattutto sulle tempistiche, perché il decreto deve essere modellato sui sistemi siciliani. Ci rattrista anche la mancanza di riferimenti alla problematica dell’amianto, anche se dal Parlamento Europeo è partita una strategia per la rimozione di mille fibre di amianto, o di materiali asbestiformi come la fluoroedenite di Biancavilla, al metro cubo. Concludo parlando del fatto che il prossimo 13 novembre a Roma noi tre sindacati di categoria assieme a quelli confederali parteciperemo a una manifestazione nazionale per sensibilizzare enti e governi sul tema della sicurezza e per richiedere l’uscita anticipata alla pensione per i lavoratori del settore delle costruzioni”.

Potenza mette in atto uno sguardo a 360 gradi sulla questione e puntualizza come la piattaforma informatica dell’Inail sia fondamentale sotto diversi punti di vista.

“Il decreto legge 146 – afferma Potenza – a nostro avviso costituisce un importante primo passo avanti al fine di garantire più sicurezza nei luoghi di lavoro, ma necessita di alcune correzioni e integrazioni. I fattori positivi che si riscontrano sono i seguenti: il nuovo ruolo che viene dato all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’ampliamento dei soggetti destinatari delle notifiche preliminari, l’implementazione della piattaforma informatica dell’Inail. Sono positive alcune modifiche previste dal nuovo articolo 14 del Testo Unico, tra cui la riduzione della percentuale dal 20 al 10% della presenza di lavoratori in nero al fine del blocco delle attività di impresa, così come il concetto di gravi e reiterate violazioni al fine di procedere al fermo produttivo anche al seguito di una sola ispezione. Però le correzioni riguardano il reinserimento della comunicazione preventiva alle autorità sanitarie e il problema dell’amianto, presente nel vecchio articolo 1 e sparito nel nuovo. A nostro avviso questa è un’importante battaglia che va portata avanti perché in alcune zone del nostro territorio, in particolar modo Biancavilla, con i lavoratori occupati in quella zona che purtroppo non sono più con noi e tanti altri combattono la battaglia della loro vita perché si sono ammalati di carcinoma ai polmoni. Occorre inoltre che vengano riportate tutte le casistiche che possano provocare il blocco di attività, come la mancanza di protezione verso il vuoto, la mancata applicazione di armature di sostegno, la vigilanza su rimozioni o modifiche dei dispositivi di sicurezza e di segnalazione. Va rivista e modificata la norma che prevede che, nel caso in cui la ditta occupasse un solo dipendente in nero, non incappi nel blocco delle attività di cantiere. Noi sappiamo che nelle nostre zone operano spesso aziende con un unico dipendente e quindi paradossalmente ci potremmo ritrovare all’interno delle opere pubbliche piccole aziende alle quali non verrebbe applicata questa normativa. Inoltre per noi è importante che venga riportata in modo completo la dicitura presente nel vecchio articolo 14 del Testo Unico, che sostiene che nel caso in cui venga sospesa l’attività d’impresa la stessa ditta non possa contrattare con le pubbliche amministrazioni e partecipare alle gare. Così come oggi è scritto viene semplicemente limitata la contrattazione con le pubbliche amministrazioni, ma va ricordato che molte stazioni appaltanti, pur non essendo con la pubblica amministrazione, operano con gare pubbliche. Mi riferisco a Rfi, Anas, Società Aeroporti e altre. Non trascuriamo ciò che era previsto nell’articolo 27 del Testo Unico, ovvero l’inserimento della patente a punti, un importante strumento che potrebbe essere sicuramente di aiuto alle imprese virtuose e che penalizza invece le imprese che non rispettano regole e contratti. L’implementazione della banca dati nazionale rappresenta uno strumento importante affinché si rispetti la sicurezza nei luoghi di lavoro e non vi sia più da parte delle imprese un accanimento sulla produzione che poi porta il lavoratore a rimetterci sulla salute”.

Turrisi si concentra sulle possibilità di ripresa del settore dell’edilizia che vengono offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e sulle tematiche relative alla formazione dei nuovi lavoratori, data anche la crisi che il settore attraversa da oltre dieci anni. Non manca un riferimento all’istituzione dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza nei Cantieri di Lavoro al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.

“Il decreto lo vediamo in maniera positiva – spiega Turrisi – perché va nella direzione che volevamo noi. I nuovi lavori chiederanno una forza di manodopera maggiore e il settore edile, che è in crisi da oltre dieci anni, è un po’ destrutturato e si trova un po’ indietro. Per questo motivo ci vuole per i lavoratori un’adeguata formazione e stiamo programmando una serie di corsi per la sicurezza e per la formazione professionale. Quest’anno c’è stato un dato positivo, che è un +30 % della massa salari per quanto riguarda la zona di Catania. Nella giornata di ieri i segretari nazionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno avuto un incontro con il ministro alle Infrastrutture e alla Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, durante il quale è stata annunciata la nascita dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza nei Cantieri di Lavoro. Lo scopo sarà il monitoraggio dei cantieri che nasceranno dai finanziamenti del Pnrr. Non abbiamo bisogno di leggi, ma miriamo al sistema della buona impresa. Dobbiamo promuovere la cultura della sicurezza tra lavoratore e impresa. I controlli devono arrivare prima dell’accadimento delle morti nei luoghi di lavoro”.

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