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Dopo 20 mesi riprende in montagna il turismo invernale

Pubblicato il 15 Novembre, 2021

15.11.2021 – Dopo 20 mesi riprende finalmente in montagna il turismo invernale. Aperti i primi impianti e prenotazioni alberghiere con ottime previsioni per l’imminente stagione sciistica. I primi dati dimostrano come sia tanta la voglia di tornare sulla neve e di riassaporare, da parte dei turisti, il piacere della vacanza invernale. Da parte degli albergatori, ancor più forte il desiderio di riaprire le porte delle proprie strutture ricettive per accogliere nuovamente i clienti dopo un 2020, annus horribilis, che ha costretto allo stop totale a causa del Covid.

 In Italia ci sono circa 35 mila strutture ricettive; 1.500 di catena, ovvero il 5 percento del totale. Il restante 95%  è rappresentato da alberghi che appartengono a gruppi famigliari seppure strutturati come azienda: una ricchezza, un vantaggio per calibrare una accoglienza su misura.

 Le buone performance turistiche dei primi mesi del 2021, che hanno visto un incremento del 49% di presenze sia italiane che straniere *, fanno quindi ben sperare in una ripresa più che soddisfacente anche per il turismo invernale. Ma questi 20 mesi di stop hanno costretto l’intero comparto a ripensare e ricalibrare le proprie offerte turistiche, spesso avvalendosi di preziose consulenze.

 «Le strutture ricettive del comparto montagna sono quelle che più di tutte hanno risentito di questi due anni di pandemia – commenta Giovanni Derosas, CEO di HRM Consulting, PMI di consulenza sull’offerta turistica nata per supportare le imprese ricettive specializzata proprio nella filiera di Montagna –. Tutte sono rimaste chiuse durante i lockdown; molte purtroppo non hanno più riaperto. Sono stati certamente due anni di forte stress, ma durante i quali molti imprenditori e albergatori hanno colto l’opportunità di fare il punto sulla propria attività. Hanno infatti cercato di cambiare le proprie vesti, di ripartire secondo scelte diverse che hanno coinvolto tutta la filiera, perché, va ricordato, oltre alla struttura ricettiva, il turismo di montagna coinvolge molti altri settori: agricolo, alimentare, enogastonomico, artigianale, e cosi via. Quando si parla di turismo e ospitalità in Veneto si parla di un tessuto economico e sociale molto importante non solo per il territorio, ma per tutto il Paese.»

 Il 60 percento della clientela di HRM Consulting è legato alla montagna e su questa esperienza Derosas, con i suoi collaboratori, ha saputo tarare un concetto di offerta turistica rinnovato per ripartire al meglio. Circa 25 le realtà turistiche di montagna alle quali HRM offre la propria consulenza, tra hotel strutturati, alberghi  e ristoranti a conduzione famigliare e non, in diverse località quali San Vito di Cadore, Alleghe, Cervinia, Bormio, Livigno, Val di Fassa.

 «Con i nostri consulenti ci siamo messi a disposizione dell’intera filiera – prosegue Derosas – per favorire al meglio la ripartenza nel rispetto delle regole di sicurezza,  con l’obiettivo di sfruttare al meglio quanto offre la montagna. Le previsioni sono buone, ma una considerazione è d’obbligo: non si può ignorare il cambiamento epocale che il Covid ha prodotto in particolare sul settore turistico; nella ripartenza saranno privilegiate le strutture che, facendo tesoro di questa difficilissima esperienza, sapranno diversificare la propria offerta lavorando ancor di più sul wellness, sui servizi accessori e proponendo una vera e propria “experience” della montagna a tutto tondo.»

 Cambiare e arricchire l’offerta quindi. Non solo una stanza accogliente per dormire, ma offrire al turista tutto ciò che l’interno comparto Montagna mette a disposizione: cultura, mostre ed eventi, siti di interesse storico e monumentale, percorsi naturalistici, esperienze particolari come le passeggiate con le ciaspole o con i cani da slitta; esperienze didattiche sulle attività delle malghe e dei pascoli, ad esempio; esperienze di food ed enogastronomia imparando a conoscere tutti i prodotti che la montagna offre mediante visite guidate e percorsi didattici.

 «Sembra un discorso ovvio, ma non lo è. Fare una completa ‘experience’ di ospitalità turistica di montagna significa fare rete con tutte le realtà collegate su quel territorio. Un arricchimento importante sia per la struttura ricettiva che appunto per i comparti collegati. Ma prima di tutto sono necessarie due azioni mirate e ben calibrate: Progettare e Pianificare. Progettare gli interventi  e pianificare le attività sono concetti chiave che oggi, ancor più dopo l’esperienza della pandemia che ha costretto sempre più all’utilizzo del digitale, dobbiamo imparare ad usare nel migliore dei modi. Questa la strada che ci è stata indicata dal Covid – conclude Derosas – ma che davvero può diventare una opportunità preziosa per ripartire e risollevare un settore tra i più penalizzati.»

* Dati Istat

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Giovanni Derosas è ceo di Hrm Consulting. Classe 1977, laureato in Scienze Politiche Economiche vanta numerose esperienze nel mondo dell’ospitalità: 10 anni come general manager e sales & marketing manager, poi come temporary manager e consulente per imprese turistico alberghiere. Ha anche conseguito 2 master: il primo al Ciset, Centro Internazionale di studi sull’Economia Turistica dell’università Cà Foscari, in Economia e Gestione del Turismo. Il secondo Executive Master, invece, in direzione e strategia aziendale, presso la Business School de Il Sole 24 Ore.

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