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Boggio Lera

Boggio Lera: col palleggio delle responsabilità crolla anche la pazienza

Pubblicato il 19 Novembre, 2021

“Che ne sarà di questi ragazzi?”. La domanda echeggia in quel teatro dell’assurdo che è Catania. Echeggia da quando il caso benevolo ha voluto che il crollo del tetto della sede centrale del Liceo Scientifico Boggio Lera crollasse durante la notte, non mentre le classi erano affollate di studenti. Quando il caso benevolo ha deciso per il dramma dell’incuria, non per la tragedia che rende folli dal dolore.

La Dad, quella che, secondo quanto ci ha dichiarato il dirigente scolastico Donato Biuso il giorno dopo il crollo, sarebbe stata evitata “No, niente lezioni a distanza. Ci arrangeremo coi doppi turni fino a quando saranno nuovamente agibili le classi coinvolte dal crollo”, è stata, invece, subito imposta dal Prefetto perché anche le classi risparmiate dal materiale caduto dentro sono state dichiarate inagibili, quindi inutilizzabili per un’organizzazione d’emergenza coi doppi turni. Condizione che ha costretto studenti, genitori e docenti a scendere in piazza per cercare di fare capire la portata delle problematiche, l’enormità del rischio che si è corso e dei disagi provocati. Visto che riesce impresa ardua riporre fiducia nelle istituzioni, nonostante alcuni ci provino, visto che dopo le rassicurazioni del sindaco Salvo Pogliese sulla tempestività degli interventi per trovare soluzioni, si è aperto fra genitori e docenti il fronte di chi suggerisce la concessione di quelle tempistiche minime per valutare l’impegno garantito.

Fiducia di una parte minoritaria, subito crollata. Sì, perché è crollata pure la pazienza residua, raschiata sul fondo. Spazzata via dalle dichiarazioni dell’assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale Roberto Lagalla: “Ad oggi, presso gli uffici dell’assessorato, non si rinviene alcuna richiesta di ristrutturazione di quell’edificio scolastico, nonostante i fondi regionali disposti negli ultimi anni a supporto dell’edilizia scolastica”.

MOBILITAZIONE NAZIONALE STUDENTESCA

Quindi? A che gioco si sta giocando? Lo urleranno domani mattina con più forza gli studenti che, nel frattempo, tramite i loro rappresentanti di istituto, hanno pure divulgato un’accorata lettera aperta: “Proprio a pochi giorni dall’annuncio degli investimenti per la costruzione di nuove scuole previsti dalla bozza della Legge di bilancio, è crollato il tetto del liceo Enrico Boggio Lera di Catania. Si tratta di un edificio settecentesco, patrimonio dell’UNESCO, che in quasi tre secoli ha ospitato un monastero, un convitto femminile provinciale, il Provveditorato agli Studi, uffici della Questura e dal 1967 un liceo ormai storico per la nostra città. Certo, è un sollievo che la tragedia sia stata solo sfiorata: come non ricordare lo studente Vito Scafidi, morto in analoghe circostanze a S.Giuliano di Puglia nel 2008? Noi non siamo esperti di edilizia scolastica, ma il buonsenso e l’istinto di sopravvivenza ci portano a formulare alcune semplici domande. La prima: perché il nostro, come molti altri edifici scolastici in Italia, non è stato messo in sicurezza attraverso una costante manutenzione?  La seconda: è la strada giusta quella della costruzione di nuovi edifici curati da grandi architetti o piuttosto non sarebbe più opportuno “rammendare” quelli già esistenti, che giornalmente accolgono la comunità scolastica? Infine: da mercoledì scorso circa 800 studentesse e studenti del nostro liceo non hanno più un posto dove andare a scuola, a chi dobbiamo rivolgerci perché vengano garantiti fin da subito i nostri diritti? La pandemia ci ha già sottratto molto, non possiamo permetterci che il nostro futuro venga ulteriormente compromesso”.

Boggio Lera

SI DENUNCERA’ ALLA PROCURA DI CATANIA

Domani ci saranno anche Cobas e Usb nella seconda manifestazione a breve distanza da quella di lunedì, perché il tempo è scaduto e il palleggiamento di responsabilità fra Comune, Regione e Ministero, il muro di gomma della burocrazia, sta alimentando il malessere. E non ci si affiderà soltanto a striscioni, cori, appelli. Si sta preparando una denuncia alla Procura di Catania, si scriverà al ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi, si chiederanno sopralluoghi nel sedi dismesse degli ospedali Santo Bambino e Vittorio Emanuele, uno spreco di risorse, immense cattedrali nel deserto che potrebbero accogliere migliaia di studenti…

“LA DAD NON E’ SCUOLA”

Perché “Non ci sono ad oggi proposte concrete di locali possibili – ci dicono i rappresentanti dei genitori – non c’è la reale possibilità di passare ai doppi turni per ragioni molto concrete legate alla difficoltà per i ragazzi pendolari che arrivano ogni giorno anche dall’ennese e alla mancanza di aule per ospitare tutti. La Dad, oltre a non essere possibile burocraticamente, NON È SCUOLA!!!!”

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