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L’asterisco della discordia del liceo Cavour di Torino: passo avanti nelle questioni di genere?

Pubblicato il 25 Novembre, 2021

Il liceo che divide. Qualche giorno fa su La Stampa di Torino è apparso un articolo che ha aperto una questione di quelle che suscitano non poche polemiche. Infatti secondo Enzo Salcone, preside del liceo classico Cavour di Torino “fa un passo avanti nelle questioni di genere”.

E come fa questo passo in avanti? Semplice a dirsi, a quanto pare, difficile nella comprensione. Infatti, spiega sempre il preside Salcone: “nelle comunicazioni (interne, esterne, individuali o collettive) non utilizzerà più sostantivi e aggettivi connotati, ma l’asterisco”. E quindi “Studente” diventerà “student*” e “iscritti” sarà “iscritt*”, solo per fare alcuni esempi.

Come dicevo in apertura, questa scelta di un liceo classico dall’indiscussa valenza educativa, ha preso una decisione che ha fatto discutere il mondo politico ma anche quello delle associazioni “pro famiglia” e “provita”.

A tal proposito, ha parlato di “sfregio della lingua italiana”, Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, attivista per i diritti umani: Famiglia, Vita e Libertà Educativa.

La decisione del liceo e le polemiche

“Il Consiglio d’Istituto ha adottato la risoluzione – spiega Coghe – per andare incontro alle esigenze di uno studente affetto da disforia di genere, che ha iniziato un percorso di transizione sessuale. Per trattare in modo politicamente corretto un singolo caso, la scuola ha deciso di neutralizzare, letteralmente, l’identità sessuale di tutti gli studenti e di tutte le studentesse del Liceo.Questo è uno dei più lampanti esempi della natura dittatoriale dell’ideologia gender dietro il paravento della tutela delle minoranze. Accontentarne uno per rieducarne cento”.

“Altro che colori dell’arcobaleno: – evidenzia Coghe – il movimento Lgbt tinge di grigio tutto ciò che tocca. Fa specie che un Liceo Classico promuova la subcultura barbarica dello sfregio alla lingua italiana per esigenze di correttezza politica, specialmente considerando che al Cavour di Torino hanno studiato intellettuali come Luigi Einaudi, Guido Gozzano, Cesare Pavese e Giulio Carlo Argan”.

Anche Matteo Salvini, leader della Legha ha commentato la scelta del preside del Liceo Cavour di Torino, attraverso un post su fb: “Un conto è il rispetto, altro conto è una folle corsa verso il niente. Basta!”

E rincara la dose il portavoce di Pro Vita & Famiglia Coghe che annuncia “chiediamo al Ministero dell’Istruzione di riprendere formalmente l’Istituto intimando l’uso corretto della lingua italiana, imposto per legge a tutti agli atti della pubblica amministrazione.I genitori devono coalizzarsi e organizzarsi per fronteggiare questa deriva distruttiva, che renderà le scuole degli enormi campi di rieducazione di massa delle nuove generazioni”.

L’Accademia della Crusca

Dulcis in fundo arriva anche l’Accademia della Crusca che a proprosito di asterisco dice la sua: “È verissimo, come diceva Nanni Moretti in un suo film, che “le parole sono importanti” (ma lo sono anche la grafia, la fonetica, la morfologia, la sintassi) e denunciano spesso atteggiamenti sessisti o discriminatori, sia sul piano storico (per come le lingue si sono andate costituendo), sia sul piano individuale”.

E inoltre, sempre citando l’Accademia della Crusca “È senz’altro giusto, e anzi lodevole, quando parliamo o scriviamo, prestare attenzione alle scelte linguistiche relative al genere, evitando ogni forma di sessismo linguistico. Ma non dobbiamo cercare o pretendere di forzare la lingua – almeno nei suoi usi istituzionali, quelli propri dello standard che si insegna e si apprende a scuola – al servizio di un’ideologia, per quanto buona questa ci possa apparire”.

Ma in fondo, conclude la Crusca: “l’italiano ha due generi grammaticali, il maschile e il femminile, ma non il neutro. Dobbiamo serenamente prenderne atto, consci del fatto che sesso biologico e identità di genere sono cose diverse dal genere grammaticale”.

E intanto mentre sui social si disquisisce di asterischi, punti interrogativi, di pregiudizi ma anche di scelte “politicamente corrette”, arriva l’appello di Fratelli D’Italia che attraverso il deputato Augusta Montaruli ha espresso la contrarietà di questa decisione dell’istituto di Torino, che dalle parole è passata ai fatti: “e sto provvedendo in tal senso a sollecitare per una decisione più matura il Ministro Bianchi”.

E mentre si invocano le alte sfere per decidere sulla questione asterisco, viene spontaneo domandarsi se è davvero questo il modo di “fare passi avanti nelle questioni di genere?”

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