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Vaccini, Ricciardi: ‘Quarta dose? Valutiamo prima efficacia della terza’

Pubblicato il 30 Novembre, 2021

“Facciamo la terza e verifichiamo quanto dura la protezione. Se si attenua, prendiamo in considerazione una quarta dose di richiamo, come succede per l’influenza”, afferma

“Bisogna smettere di parlare di terza o quarta dose: c’è un ciclo vaccinale di base, fatto di due dosi, e poi ci sono dosi di richiamo. Per il momento facciamo la terza e verifichiamo quanto dura la protezione”. Walter Ricciardi, consigliere per la pandemia del ministro della Salute Roberto Speranza, risponde così alle domande sull’ipotesi di una quarta dose di vaccino covid.

“In questo momento la regola della vaccinazione vale ancora di più, dobbiamo togliere spazio al virus per proteggerci contro le varianti che emergono”, dice ad Agorà facendo riferimento alla variante Omicron. “Facciamo la terza e verifichiamo quanto dura la protezione. Se si attenua, prendiamo in considerazione una dose di richiamo, come succede per l’influenza”, afferma. In Gran Bretagna la terza dose verrà somministrata a tre mesi dalla seconda. “L’intervallo di cinque mesi è un equilibrio giusto, il Regno Unito è un po’ contraddittorio nelle sue scelte. Prima ha tolto le misure, ora ha ripristinato le mascherine. Punta tutto sulla vaccinazione”.

quarta dose
Quarta dose. Sarà necessario farla?

“Per sciogliere i dubbi sulla variante Omicron dobbiamo aspettare due settimane”, dice soffermandosi sul tema più attuale. “Intanto, ci sono elementi negativi ed elementi positivi. Tra quelli negativi, c’è la contagiosità. Questa variante in una provincia del Sudafrica è passata dall’1% al 30% dei casi in meno di due settimane è molto preoccupante. La variante Delta aveva impiegato sei settimane per diventare dominante. È positivo che, come sembra, questa variante non eluda i test: siamo quindi in grado di diagnosticarla. Se questo funziona per i test, presumibilmente funziona anche per il vaccino”, dice Ricciardi

Dal Sudafrica arrivano informazioni relative a sintomi lievi nei pazienti contagiati. È importante sapere che non c’è un peggioramento del decorso clinico, ma bisogna tener presente che in Sudafrica il 90% della popolazione è al di sotto dei 25 anni. Per dire parole definitive dovremo aspettare un paio di settimane”, ribadisce.

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