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Comincia male la scuola

A rischio la riapertura a settembre delle scuole, è guerra ministro Regione

Pubblicato il 18 Luglio, 2020

A rischio la riapertura a settembre delle scuole, è guerra ministro Regione. Il mondo della scuola, famiglie comprese, già guarda alle ripresa delle lezioni a settembre.

«In Toscana la situazione è sotto controllo» commenta l’assessore all’istruzione Cristina Grieco, coordinatrice tra le Regioni nella commissione che di scuola e formazione si occupa. «Ma è importante – aggiunge – che il Ministero metta a disposizione con urgenza e con modalità e numeri certi l’organico necessario, sia quello docente sia quello Ata, in modo che le istituzioni scolastiche possano iniziare a mettere in pratica quelle soluzioni organizzative che hanno già ipotizzato laddove sarà necessario lavorare con gruppi più piccoli di studenti o far fronte in ogni caso ad ingressi scaglionati».

In Toscana del resto la testa a settembre non è stata messa solo ora e nelle ultime settimane. «Qui – rivendica l’assessore – abbiamo istituito i Cantieri Scuola molto prima che fossero emanate le linee guida nazionali per la riapertura e il confronto da subito avuto con l’Ufficio scolastico regionale e con gli enti locali, Comuni e Province, attraverso Anci e Upi, ci ha permesso di avvantaggiarci sul lavoro».

La Regione ha predisposto anche una app per misurare gli spazi necessari per garantire il distanziamento tra gli studenti di almeno un metro negli edifici scolastici.

Le scuole di ogni ordine e grado hanno concluso a tempo di record in Toscana le verifiche e già hanno inviato i risultati all’Ufficio scolastico regionale. I dati, riportati dall’assessore, dicono che il 65 per cento delle aule non avrà bisogno di alcun intervento ma che nel restante 35 per cento per la maggior parte basterà spostare qualche armadio o attrezzatura o cambiare i banchi. «Solo una minima percentuale delle scuole – si sofferma l’assessore – necessiterà di spazi ulteriori, che in alcuni casi comunque già si trovano all’interno degli edifici scolastici. E dove non ci sono, Anci e Upi sapranno con responsabilità individuare assieme alle scuole una soluzione». «Senza il personale necessario – conclude Grieco – le scuole non potranno però affrontare il problema e mettere in campo le soluzioni alternative che hanno già individuato. La priorità ora deve essere questa».

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