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Pubblicato il 2 Settembre, 2020

Acciaieria Jindal, Ugl: “A Piombino tutto tace”.

Spera e Francescangeli (Ugl):”I lavoratori meritano atteggiamenti, comportamenti più seri e coerenti da parte dell’attuale management”.

“Nell’ultimo incontro svoltosi in video call organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico tra direzione aziendale Jindal e le organizzazioni sindacali Nazionali e Territoriali, nonostante anche all’ora l’azienda non presentò nessun nuovo piano industriale chiedendo ancora altri 15 giorni, ad oggi trascorsi abbondantemente tre mesi, non si registra nessuna novità in merito. Riteniamo che il tempo sia scaduto, ravvediamo incapacità operativa sia del Governo che della Jindal mentre come a Taranto anche a Piombino susseguono ed evidenziamo eventi e seri problemi legati alla sicurezza dei lavoratori”.

Dura è la presa di posizione del Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera e di Daniele Francescangeli, Vice Segretario Nazionale con delega alla siderurgia per i quali, “ad oggi solo numeri su contenziosi tra vecchia e nuova proprietà ma di piani industriali, neppure l’ombra.

Non vogliamo e non saremo noi dell’Ugl a creare allarmismi, ci sembrerebbe che il gruppo Jsw non cerchi di onorare accordi presi e per Piombino non ci sia nessun forno elettrico e nessuna produzione di acciaio.

Se pur il Governo ha ribadito nei vari incontri e interlocuzioni con la proprietà, dava la disponibilità impegnandosi con partecipazioni sia economici che logistici per il rilancio delle acciaierie di Piombino – aggiungono Spera e Francescangeli -, per l’Ugl sembrerebbe un film già visto, purtroppo: solo un cieco non può subdolare quanto sarebbero inquietanti le varie nomine per le acquisizioni e interessi per le varie acciaierie italiane.

Le Istituzioni non hanno fatto e continuano a non fare nulla – tuonano forte e chiaro i sindacalisti -, abbiamo solo assistito a vari contenziosi di Jindal che mentre si affrontasse la problematica su Piombino aveva il pensiero all’acquisizione dell’Ilva di Taranto; complici dell’affare, i Governi di centro sinistra, con gli indiani i quali non mantenendo impegni e accordi di programma, mettono in repentaglio il futuro occupazionale di circa 2000 dipendenti tra acciaieria e indotto.

Per tali dipendenti, ancora oggi regge il sistema economico di sussidiarietà ma non sappiamo ancora per quando mentre, gli indiani finiranno per prosciugare la nostra nazione, proseguiranno andando avanti come carri armati per i loro affari, all’Italia non resterà che inginocchiarsi restando orfana del sistema e produzione acciaio: nella totale e indifferenza delle Istituzioni dove del resto regna il solo condizionamento di dichiarazioni e proclami.

Dal 2018, l’acciaieria di Piombino è di Jindal e comunque ancora il sito è attivo. Riteniamo  che un atteggiamento dubbioso sul futuro è irresponsabile e non corretto nei confronti del territorio e delle maestranze, perché si continua a produrre e non far conoscere anche dati importanti, come i piani produttivi futuri: ovviamente generano anche una forte incertezza rispetto a possibili stop impiantistici che metterebbero in rischio anche la stessa incolumità dei dipendenti nel fornire assistenza e manutenzione.

L’Ugl chiede un incontro urgente con il Governo e Jindal, sosterremo che il proseguo di tali atteggiamenti aziendali, nonché di queste modalità di gestione e relazionali, non fa altro che alimentare preoccupazioni, dubbi ed incertezze tra i lavoratori generando un clima lavorativo caratterizzato da diffidenza e non serenità nelle attività quotidiane.

Riteniamo  – concludono Spera e Francescangeli – che i lavoratori di Piombino meritino altri atteggiamenti, comportamenti più seri e coerenti da parte dell’attuale management”.

Segreteria Nazionale UGL Metalmeccanici

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