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Accoglienza: situazione degli immigrati nell'Aquilano (intervista)

Accoglienza: situazione degli immigrati nell’Aquilano (intervista)

Pubblicato il 14 Giugno, 2020

Accoglienza: una città si riconosce nelle sue peculiarità anche e soprattutto da come si rivolge a coloro che la raggiungono. Abbiamo interpellato in argomento Gamal Bouchaib, di origine marocchina (Rabat), responsabile sociale all’Immmigrazione di Sinistra italiana, già consigliere comunale dal 2012 al 2017.

Accoglienza: un’immigrazione “equilibrista”

Può fotografare l’immigrazione, a L’Aquila e altrove? “L’immigrazione italiana non ha un modello: è ‘equilibrista’, ha un proprio particolare andamento. Parliamo della nostra città: ha avuto numeri non clamorosi. Siamo passati dalle 4.567 unità del 2008 alle 4.669 del 2015, fino ad arrivare ai 5.182 individui del 2018, anno nel quale si faceva riscontrare un leggero aumento (dato liberamente tratto da fonti Istat). Nel periodo del terremoto (6 aprile 2009) hanno raggiunto L’Aquila coloro che non avevano avuto fortuna altrove: arabi provenienti da Marocco, Algeria, Tunisia. Era cambiata la modalità. Prima si erano mosse le comunità: Romena, Macedone, Albanese. Gli immigrati si radunavano, accordandosi tra familiari, risparmiando allo Stato la fatica dell’integrazione. Spostarsi in un altro Paese significava rivolgersi direttamente a conoscenti o famiglie.

Accoglienza a scuola: manca il mediatore culturale

Seguiamo nelle loro peripezie coloro che da soli hanno raggiunto L’Aquila nel post-terremoto. “Molto spesso si è trattato di accettare lavoro irregolare, a cottimo. Si trattava di manovali, muratori, disposti a lavorare per un esiguo salario. Hanno trovato un lavoro, si sono stabilizzati, quindi hanno dato luogo al ricongiungimento familiare. Ecco che sono risultate evidenti le problematiche delle famiglie. Parliamo di donne musulmane che vivono in casa, con scarso accesso ai servizi, e bambini dai lenti progressi a scuola: non certamente a causa delle loro capacità, che sono nella media e sopra la media, ma dell’assenza dell’importantissima figura del mediatore culturale, che rende molto difficile il lavoro della maestra quando si tratta di alfabetizzare fanciulli dall’idioma molto diverso. E’ accolta con favore la manodopera dei papà, ma poi non si focalizzano le innegabili necessità del nucleo familiare”.


Qual è attualmente la linea dell’Amministrazione comunale? “Il Comune non finanzia più: zero euro, dal 2017. Bisogna capire quale strumento adottare. Negli anni nei quali ero consigliere era particolarmente attiva l’Associazione femminile immigrate per le pari opportunità: con il servizio di mediazione interculturale, appunto. Coinvolgere le Associazioni, per quanto concerne la mediazione con gli immigrati, dentro o fuori dalle scuole, è vitale. E’ altrettanto vitale che il Comune voglia destinare a progetti di questo tipo parte del bilancio. Rimuovere il problema significa menomare la società, privarla di una parte importante, attiva. Perché prima gli aquilani? Gli stranieri sono diventati aquilani anch’essi, oppure aspirano a ciò. Purtroppo spesso si tratta di ragionare a favore di chi è portatore di voto.”

Gamal Bouchaib

Accoglienza: l’impatto del Coronavirus

Quali sono state le conseguenze dell’impatto con il Coronavirus a livello economico? “L’impatto con il Covid è stato difficilissimo. E’ stato molto utile l’aiuto delle associazioni di volontariato, come il Cenacolo degli Angeli. Gli Alpini hanno dato il loro contributo. Sono state vitali le scorte di cibo portate direttamente, a casa delle persone. Si tratta di combattere l’individualismo, a destra come a sinistra.

Accoglienza: una vita degna di essere vissuta (dall’inizio alla fine)

Ha captato l’interesse dei media la vicenda dell’uomo musulmano che, dopo aver lavorato a lungo nell’Aquilano (viveva da solo a Pagliare di Sassa), ha trovato sepoltura a Gioia dei Marsi. A quanto pare, in alcuni casi è necessario creare movimenti d’opinione per essere seppelliti degnamente.

Bisogna rendere la vita degna di essere vissuta, per tutti (dall’inizio, fino alla fine).

Gioia dei Marsi ha accolto Abdelhak Lafsahi? “Si tratta di uno spazio che è stato sistemato e riconvertito dagli immigrati: si pagano venti euro per la singola persona seppellita. Esistono cimiteri islamici ad Avezzano, nella Marsica, e a Teramo: il corpo si rivolge verso la Mecca. Nell’Aquilano si cerca ancora uno spazio simile, cui possano fare riferimento i due luoghi di culto presenti in città. Ci faremo sentire dall’assessore al ramo, per sciogliere (finalmente) questa problematica. Bisogna raccogliere firme per lo spazio cimiteriale islamico. Io stesso ho una moglie italiana e una figlia: a L’Aquila sono cresciuto, mi sono laureato. Lavoro qui. Che prospettive ho, come i miei conterranei, per la fine della vita? Che senso ha? Perché la pubblica opinione faccia sentire la sua voce, stiamo aspettando il prossimo morto?

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