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Acufene: esiste un modo per limitarne i disturbi?

Pubblicato il 9 Marzo, 2023

A chi è capitato da bambini di sentire un breve fischio all’orecchio e sentirsi dire “allora qualcuno ti sta pensando”?

Per quanto questa versione romantica sia senza dubbio la più interessante, si tratta in realtà di acufeni. L’acufene può essere in realtà un sintomo più complesso. 

Si tratta di un rumore percepito dall’orecchio pur in assenza di stimoli sonori esterni. Può essere percepito da un solo orecchio o da entrambi, può essere un suono forte o più debole, continuo oppure intermittente. 

Quando l’acufene si presenta in forma continuativa può essere sintomo di un problema all’interno dell’orecchio e può influire sulla quotidianità della persona.

Sebbene si possa pensare che non ci sia un modo per alleviare questo problema, Simone Gatto spiega come la suonoterapia sia invece una soluzione.

Acufene: di cosa si tratta?

Come si accennava prima, con il termine acufene si indica un suono – che può essere un fischio, un fruscio, un sibilo o un ronzio – continuo all’interno dell’orecchio. Generalmente è difficile dire come mai questo disturbo si presenti.

In base al periodo di durata di questo disturbo si hanno tre classificazioni: acuto, subacuto e cronico; rispettivamente vanno dalla durata di tre mesi continuativi, sei mesi, e oltre i sei mesi.

In base all’approccio  diagnostico vi sono due modi di classificare clinicamente questo disturbo: oggettivo o soggettivo.

Quello oggettivo è quello più raro, si manifesta come conseguenza di altri disturbi e può essere rilevato da esami specialistici, quindi da un soggetto esterno. Per quanto riguarda il caso soggettivo, invece, il sintomo è percepito unicamente dall’interessato e ci si deve affidare soprattutto alle sue testimonianze per determinare la sintomatologia. 

Spesso si tratta di suoni davvero forti e invasivi, ed essendo continui possono avere delle ripercussioni sulla vita di chi ne soffre. Soprattutto se presenti anche durante la notte, perché vanno a intaccare la normale regolarità sonno-veglia, e quindi rendono il soggetto irritabile e stressato.

Molti dei soggetti coinvolti lamentano, infatti, oltre ai disturbi dovuti dal fastidio del rumore, anche rilevanti disturbi umorali come ansia, frustrazione e depressione.

Si sfocia nella Sindrome di Ménière quando l’intensità dell’acufene è tale da portare anche a vertigini. Questa è la forma più invasiva che possa esserci. Ma come si può intervenire?

Terapia del suono: le vibrazioni tra il “rumore” e il “suono”

Come si è detto, non si è rilevata una causa effettiva per la presenza degli acufeni, e anche se spesso sono sintomo di patologie che interessano l’orecchio, non sempre si tratta di questo. Per questo motivo non si ha ancora una cura medica che intervenga in modo effettivo e definitivo su questo disturbo.

Pur essendoci molta carenza a livello farmacologico si sono trovati modi alternativi per poter attenuare il fastidio provocato dall’acufene. E ciò si fa intervenendo proprio sui sintomi provocati dall’acufene, quindi stress, insonnia e ansia.

La suonoterapia è una forma terapeutica che esiste già dall’antichità, proprio per gli effetti positivi che le vibrazioni sonore hanno sul corpo e sullo spirito delle persone.

Anche concettualmente esiste la distinzione tra suono e rumore, questo perché ognuno di noi interpreta determinate vibrazioni in modo diverso, percependo alcuni “suoni” come piacevoli e altri “rumori” come fastidiosi. 

Con il trattamento di suonoterapia si sono riscontrati ottimi risultati, poiché il cervello è portato a non concentrarsi sui rumori dell’acufene ma al contrario a ignorarli, registrando invece i suoni piacevoli. 

Benessere fisico: strategie terapeutiche alternative

La terapia del suono va ad agire quindi sul benessere fisico. Per intervenire sui sintomi umorali è infatti davvero importante agire sulla cura di sé.

Le tecniche di rilassamento, la meditazione, la mindfulness e terapie cognitivo-comportamentali sono tutti strumenti essenziali per lavorare sull’allontanamento della percezione del rumore e per diminuire la pressione emotiva. 

La terapia cognitiva-comportamentale aiuta a rimodellare degli schemi mentali disfunzionali di interpretazione della realtà e di ragionamento per renderli funzionali. La mindfulness è invece un tipo di meditazione che permette di vedere le cose da un punto di vista esterno e non giudicante, che porta a vedere la realtà per quello che è.

Che sia la terapia del suono, la mindfulness o la meditazione, si tratta di processi interconnessi tra loro che si sono confermati come un’ottima tecnica di alleviazione dei sintomi dell’acufene.

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