Pubblicato il 25 Gennaio, 2023
E’ uno dei dati più significativi emersi dalla perizia, effettuata con la formula dell’incidente probatorio su richiesta dei difensori Solange Marchignoli e Luca D’Auria, e disposta dal gip di Milano Fabrizio Filice nell’inchiesta a carico di Alessia Piferri, la madre in carcere dal 21 luglio per omicidio volontario aggravato.
L’incidente probatorio, disposto nei mesi scorsi, è stato effettuato sul biberon con del latte, che la madre aveva lasciato, e su una bottiglietta d’acqua trovati nel letto di fortuna della bambina ed era stato allargato anche alle analisi nell’appartamento, su un pannolino, su un cuscino e sul materasso.
Da nessuna parte, come risulta dalla perizia, sono state trovate tracce di tranquillanti, salvo ovviamente su una boccetta di En (un tranquillante) che si trovava nella casa.
L’accertamento sul flacone di En, poi, ha ovviamente confermato la presenza di tranquillanti nella boccetta.
Altro dato, poi, che non cambia il quadro delle indagini è la presenza di paracetamolo “verosimilmente attribuibile ad una somministrazione del farmaco” alla bimba.
Il giudice aveva conferito lo scorso ottobre l’incarico al pool dei periti, tra cui Giorgio Portera, il genetista che si è occupato tra l’altro del caso di Yara Gambirasio.
Dagli esiti della consulenza medico legale, disposta dalla Procura, e in particolare dall’esame del capello, erano emerse, invece, tracce di benzodiazepine. I vicini avevano raccontato di non aver mai sentito la piccola piangere in quei giorni. Tracce di tranquillanti, però, non sono stati rinvenuti nel biberon.
Si può ipotizzare, dunque, anche una contaminazione involontaria, e non una somministrazione diretta, che ha portato poi a rilevare una certa quantità di benzodiazepine nelle analisi medico legali.
Intanto, i pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro nelle prossime settimane, entro la fine di febbraio, chiederanno il processo con rito immediato per la 37enne. Si andrà davanti alla Corte d’Assise, perché la donna rischia la condanna all’ergastolo.
Pifferi aveva sempre ripetuto a verbale di non aver mai somministrato benzodiazepine alla bimba.
Era stato ipotizzato, invece, dagli inquirenti, anche perché nessuno dei vicini l’aveva mai sentita piangere in quei giorni. Inizialmente la Procura aveva anche contestato la premeditazione tra le aggravanti, ma poi il gip l’aveva esclusa nell’ordinanza cautelare.