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Altro dissidente impiccato in Iran, è un giornalista

Pubblicato il 13 Dicembre, 2020

​Dopo un processo che gli osservatori internazionali avevano definito “una farsa”, il dissidente iraniano Ruhollah Zam, già condannato a morte il 30 giugno, è stato impiccato nei giorni scorsi, come ha riferito la televisione di stato. Zam aveva fondato un sito su Telegram, la piattaforma online, per sostenere le proteste contro il regime che hanno avuto luogo principalmente nel 2017.

Le “Amad News” da lui dirette gli sono costate la vita. L’accusa nei suoi riguardi da parte del regime iraniano è stata quella di “corruzione sulla Terra”, cioè di aver agito contro il Paese e di aver tentato di sovvertire lo Stato. La Corte Suprema iraniana lo ha accusato, nel corso del processo, di aver lavorato “al servizio di intelligence di Usa, Francia, Israele e un Paese della regione”.

Zam riuscì a fuggire in Francia e da lì organizzare le proteste, ma poi scomparì misteriosamente in un viaggio a Bagdad l’anno scorso​, attirato nella capitale irachena da un seminario per giornalisti al quale voleva partecipare. In Iran sono circa 8mila i giustiziati negli ultimi anni tra oppositori, “controrivoluzionari” come Zam e sostenitori del vecchio regime. 

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