« Torna indietro

amicizia

L’amicizia da adulti? Molto più difficile: studio spiega come evitare la solitudine

Pubblicato il 15 Febbraio, 2022

In molti se ne saranno accorti crescendo: fare amicizia quando si è diventati adulti diventa molto più difficile. Anastasia Hronis, una psicologa clinica, ha cercato di spiegarne i motivi in un nuovo articolo su The Conversation in cui analizza una recente ricerca condotta in Australia, secondo la quale chi non è riuscito a mantenere i rapporti stretti durante l’infanzia, difficilmente riuscirà a crearsene di nuovi una volta cresciuto.

Lo studio è stato condotto da un team di psicologi ed esperti di relazioni sociali dell’Iverson Health Innovation Research Institute di Melbourne ed è disponibile sul sito dell’ateneo corredato da una grande quantità di dati.

Il primo dato che balza all’occhio è come la pandemia abbia realmente influito sui rapporti umani: se prima del Covid circa un terzo degli australiani aveva riportato di aver provato almeno una volta un profondo senso di solitudine, dopo la pandemia questa sensazione aveva travolto oltre il 54% degli intervistati.

Pandemia a parte, che cosa rende difficile stringere nuovi rapporti? Secondo i ricercatori, gli adulti fanno più fatica di giovani e giovanissimi a fidarsi delle persone che non conoscono. Ecco perché, suggeriscono gli scienziati, è importante mantenere e coltivare i rapporti stretti ai tempi della scuola: è una questione di risparmio energetico. Da adulti abbiamo paura di essere giudicati, di essere rifiutati, di non piacere all’altro, di essere feriti.

La ricerca ha evidenziato come gli adulti facciano fatica a fare amicizia per mancanza di tempo: secondo gli intervistati impegni di lavoro, famiglia e vita frenetica non lasciano spazio all’apertura di nuove relazioni. Già, perché stringere amicizie richiede tempo. Quanto? Secondo uno studio del 2018 servono almeno 50 ore passate insieme a stretto contatto per trasformare una conoscenza occasionale in una blanda amicizia, e almeno 200 ore per diventare “amici per la pelle”. I rapporti di lavoro contano fino a un certo punto: occorre condividere insieme qualcosa di meno impersonale della vita puramente professionale.

Quindi la solitudine è inevitabile? No, affermano i ricercatori australiani. Ma per coltivare le amicizie servono impegno e costanza: possono bastare anche 10 minuti al giorno, il tempo di mandare un messaggio a quel compagno di scuola che non sentiamo da 20 anni.

Inoltre, sottolinea la Hronis, bisogna “Abbracciare le proprie vulnerabilità. Se ci sono problemi nell’instaurare un rapporto di fiducia con il potenziale amico, bisogna prendere in considerazione la possibilità di condividere informazioni personali, anche lentamente e non tutte in una volta. Anche se questo porterà ad una situazione in cui ci sembrerà di essere più vulnerabili, ci si potrà connettere a livelli molto più importanti con il potenziale amico”.

About Post Author